“Non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato”. Con queste parole, tratte dalla Lettera ai Galati, il vescovo di Melfi–Rapolla–Venosa, mons. Ciro Fanelli, apre il suo messaggio per la solennità dell’Assunta, rivolgendosi ai fedeli con un appello a “non sabotare la pace”. Il presule, facendo eco alle parole di Papa Leone XIV, chiede “una corale preghiera per la pace e un forte impegno civico, affinché non si lasci nulla di intentato per porre fine alla tragedia della guerra che sta colpendo in particolare il cuore dell’Europa e il Medio Oriente”. Citando san Giovanni Crisostomo, ricorda che “l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia” e invita a domandare “il dono di una pace che sia, come ci ha detto Papa Leone XIV, ‘disarmata e disarmante’”. Davanti al dramma di Ucraina e Gaza, mons. Fanelli denuncia che “la logica del conflitto, purtroppo, sta distruggendo ogni principio del diritto internazionale e sta calpestando la dignità delle persone”, mascherandosi spesso dietro “ragionamenti geopolitici apparentemente rispettabili, ma che in realtà mostrano soltanto sete di sangue umano e volontà di asservire gli altri”. “Non si difendono i diritti di un popolo quando vengono annullati i più elementari principi umanitari” ribadisce il vescovo, condannando “la spudorata adorazione dell’idolo del potere” che alimenta guerre fratricide e sofferenze. Per il presule, “se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace e credere nella forza del dialogo”, perché “dare voce al dolore altrui – come affermava il card. Carlo Maria Martini – è premessa di ogni futura politica di pace”. Il messaggio si conclude con un affidamento alla Vergine Maria: “Riponiamo la nostra fiducia in te… non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto”.