“Tutti siamo responsabili di decidere e chiamati a partecipare”. Lo afferma la Conferenza episcopale boliviana (Ceb), in un comunicato diffuso ieri, alla vigilia delle elezioni generali (presidenziali e parlamentari) di domenica prossima, esortando il popolo boliviano a partecipare con responsabilità al processo elettorale. I vescovi ricordano che questo importante appuntamento democratico si svolge in un contesto di “profonda crisi economica e incertezza sociale”. Anche a causa di questa crisi, e delle divisioni all’interno del Mas, il partito di sinistra al potere da quasi vent’anni, a parte una breve interruzione, viene dato per ampiamente possibile, dai sondaggi, un cambiamento radicale, dato che nei sondaggi sono in testa due candidati di forte opposizione al Mas, Jorge Doria Medina e l’ex presidente Jorge Quiroga.
Nonostante la difficile situazione, la Ceb invita i cittadini a non perdere la speranza e a non farsi scoraggiare, ma a rafforzare l’impegno per la democrazia. L’invito a partecipare non dev’essere motivato solo dal dovere civico, ma anche dall’obiettivo di rafforzare le istituzioni e la democrazia nel Paese. Per questo, i vescovi esortano decidere il proprio voto non per “consegne o paura, ma per coscienza democratica”. La decisione di ogni elettore, piuttosto, dev’essere fondata sulla conoscenza delle proposte dei candidati e sul loro impegno a lavorare per il bene comune.
Secondo la Ceb, la Bolivia necessita di stabilità economica, sociale e politica per affrontare le numerose urgenze, in particolare la povertà e la disuguaglianza sociale. Rivolgendosi ai futuri governanti e alle autorità che verranno elette, si chiede loro di impegnarsi con i più bisognosi, dimostrando un vero “spirito di servizio, che, sotto l’etica, la morale e la trasparenza amministrino con la maggiore efficienza le risorse pubbliche”. Viene inoltre denunciato il fatto che la corruzione nella gestione pubblica ha “colpito profondamente” il Paese, indipendentemente dalla linea politica. I vescovi concludono il loro appello con un riferimento allo spirito dei 200 anni di vita indipendente della Bolivia e al centenario dell’incoronazione della Virgen de Copacabana come Regina della Bolivia.