Santa Marta, grande città sulla costa caraibica della Colombia, è in ginocchio dopo il violento acquazzone che l’ha colpita domenica 3 agosto, lasciando almeno 60 quartieri sott’acqua. Il vescovo, mons. José Mario Bacci, ha lanciato un appello urgente alla preghiera, alla solidarietà e all’azione concreta per alleviare le sofferenze delle persone colpite che hanno perso tutto: “Questa preghiera per i nostri fratelli più bisognosi diventa più vera se, naturalmente, ci rende più solidali e ci spinge a organizzare azioni concrete per alleviare le sofferenze di coloro che vivono più direttamente gli effetti di questi disastri naturali”.
Quattro ore di pioggia particolarmente intensa hanno provocato, tra l’altro, uno straripamento di acque fangose che ha gravemente danneggiato il sistema fognario. Secondo quanto riferito dalle autorità, circa l’80% della città, in particolare i quartieri popolari, si è ritrovato con le case allagate e le strade trasformate in fiumi di fango. “Le acque si sono accumulate nelle zone basse e sono scese trascinando fango, entrando nelle case”, ha spiegato mons. Bacci, che si trovava nella parrocchia di San Vicente de Paúl quando è iniziata la tempesta.
L’impatto delle piogge ha colpito anche diverse strutture ecclesiastiche, secondo quanto riferisce Adn-Celam. La parrocchia di Nuestra Señora del Carmen, situata nel quartiere di Pescaíto, è stata una delle più colpite: l’acqua ha raggiunto più di un metro di altezza, ricoprendo completamente la chiesa di fango. Almeno altre cinque parrocchie hanno segnalato danni, due delle quali con perdite significative. Migliaia le persone che hanno perso quasi tutto. Di fronte a questa catastrofe naturale, la diocesi di Santa Marta ha iniziato a coordinare una risposta solidale. Mons. Bacci ha annunciato che sono in corso campagne di raccolta di generi alimentari e aiuti materiali per le famiglie più colpite.