Giubileo dei giovani: mons. Essayan (vicario apostolico di Beirut dei latini), “non scendiamo a compromessi nel testimoniare la fede”

“La convivenza con chi ha una fede diversa è per noi un’occasione per prendere coscienza di chi siamo. La diversità non è un ostacolo, ma una chiamata alla condivisione e alla comunione”. A testimoniarlo è stato stamattina mons. Cesar Essayan, vicario apostolico dei Latini di Beirut, durante la catechesi “Coscienza e dialogo”, parte del ciclo delle “12 parole per dire speranza” organizzato per il Giubileo dei giovani. Il dialogo e la convivenza non chiede mai per il vescovo di rinunciare a qualcosa di sé: “Un mussulmano, quando vede un cristiano che rinuncia ad un segno della propria fede, capisce che chi ha davanti non è una persona credibile. Nessuno fa compromessi su Dio per un uomo”, ha detto, in riferimento agli episodi in cui in Europa si ha paura di offendere la sensibilità altrui collocando presepi in luoghi pubblici o crocifissi nelle aule scolastiche. “Io, quando incontro un mussulmano che ha quattro mogli, non ne vengo né offeso né scandalizzato”, ha continuato. Quel che conta davanti agli altri è invece testimoniare fino in fondo ciò in cui si crede: “A contare non sono nemmeno i numeri dei fedeli, ma piuttosto la fedeltà al Vangelo e a Gesù Cristo, l’essere pronti a dare testimonianza della Speranza che è in noi. È questo che ci rende visibili e attrattivi. È questo che permette alla fede di propagarsi e agli altri di riconoscere la presenza di Cristo in noi”, ha concluso.

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