Giubileo dei giovani: card. Repole ai ragazzi, “riscoprire la meraviglia nel creato e la solidità della fede”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

Sono circa 1.200 i giovani provenienti dalle diocesi di Torino e Susa che stanno partecipando, in questi giorni, al Giubileo dei Giovani. Mercoledì 30 luglio, il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha tenuto una catechesi presso la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio, il tema era :“scoperta: ‘Per chi sei’!”. Repole ha aperto la sua riflessione con il passo biblico della Genesi (1, 1. 27-28), che descrive la creazione dell’uomo e della donna a immagine e somiglianza di Dio. Il Cardinale ha invitato i giovani a riconoscere la propria identità come “creature finite, fragili, vulnerabili e non onnipotenti”. Ha poi condotto i presenti a riflettere rispetto alle aspettative irrealistiche che molto spesso la società cuce addosso alle persone, insistendo sull’importanza di riconoscere il proprio valore in Dio: “Si possono concentrare su di noi attese irrealistiche, dalla scuola allo sport, dalle amicizie al modo in cui spendiamo il tempo libero, dalla nostra stessa famiglia agli ambienti parrocchiali o di chiesa. Può essere che anche lì ci sentiamo investiti di attese che pretenderebbero che fossimo perfetti, sempre capaci della massima prestazione, quasi onnipotenti”. Repole ha poi continuato riflettendo sulla difficoltà che i giovani oggi possono incontrare nel trovare esempi positivi negli adulti: “non sempre il mondo degli adulti dà la sensazione di rappresentare un punto di riferimento solido per la crescita dei più giovani. Qualche volta mi vergogno nel vedere che molti di noi adulti possono apparire litigiosi, ripiegati su sé stessi, incapaci di guardare alle generazioni che verranno o di dare sicurezza affettiva ai propri figli”.
Il cardinale ha poi incoraggiato i giovani a guardare alla propria fede come ad una solida radice, capace di donare sicurezza e stabilità: “Siamo radicati con Gesù, il Figlio, nel Padre. Perché niente e nessuno è capace di strapparci dalle mani del Padre, dalle quali siamo abbracciati insieme al Suo Figlio”. Infine, Repole ha riflettuto sul rapporto dell’uomo con il mondo, esortando i giovani a farsi custodi della terra, con rispetto, curiosità e meraviglia: “Vedere tutto come proveniente da Dio, creato da Lui, voluto e sostenuto da Lui ci fa un grande bene. Ci consegna la possibilità di un altro sguardo: quello della meraviglia, dell’incanto, dello stupore. Posso tornare a guardare ciò che mi circonda come un dono che mi proviene direttamente da Dio, che ha creato tutto questo. Posso guardare le galassie e i molti Paesi della Terra con la meraviglia di chi scopre che non c’è nulla di scontato. Posso guardare i miei amici, le persone che incontro per strada e me stesso con la medesima meraviglia e lo stesso stupore. Ed è forse il sentimento di questa meraviglia e di questo stupore che possiamo scoprire o riscoprire, mentre scopriamo questo mondo”.

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