L’accordo Ue-Usa “porta una rinnovata stabilità e apre le porte a una collaborazione strategica”: così il commissario al Commercio, Maros Šefčovič, oggi davanti alla stampa a Bruxelles, sintetizza il risultato raggiunto ieri in Scozia nell’incontro tra la presidente Ursula von der Leyen e Donald Trump. Sono serviti dieci viaggi del suo team a Washington e “mesi di sforzi autentici e instancabili”, senza pari, perché non ha eguali il valore del commercio transatlantico, che pesa 1,7 trilioni di dollari. Così alta la posta in gioco che serviva tempo “per calibrare un risultato che funzionasse sia per l’Ue sia per gli Stati Uniti e garantisse la continuazione degli scambi. L’alternativa: una guerra commerciale e dazi al 30% che avrebbero fermato il commercio transatlantico e messo a rischio quasi cinque milioni di posti di lavoro”. E infatti diversi gruppi imprenditoriali, ha riferito Šefčovič, avrebbero accolto con favore i contorni dell’accordo, che comprende anche i dazi futuri su prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname, con un tetto tariffario unico del 15%, più 750 miliardi di dollari in acquisti strategici e ulteriori 600 miliardi di dollari di investimenti privati previsti nell’economia statunitense. Il commissario al Commercio ha tenuto a sottolineare altri tre elementi legati all’accordo, con beni che avranno un’aliquota tariffaria pari a zero, poi l’“alleanza per i metalli” (acciaio, alluminio, rame e i loro derivati), infine i benefici per il commercio tecnologico. Šefčovič ha auspicato che tutto ciò possa essere “un trampolino di lancio verso un più ampio accordo commerciale e di investimento Ue-Usa in futuro”. Il dialogo con gli Usa andrà avanti. Stati membri e Parlamento europeo dovranno esprimersi.