“Proporre e favorire uno stile liturgico che esprima la sequela di Gesù evitando inutili sfarzi o protagonismi”. È l’invito del Papa, nel primo messaggio inviato dal Policlinico Gemelli, nel quindicesimo giorno di ricovero per una polmonite bilaterale. “Vi invito a svolgere il vostro ministero nella discrezione, senza vantarvi dei risultati del vostro servizio”, l’esortazione ai partecipanti al corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche episcopali del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo: “In ogni vostra mansione, non dimenticate che la cura per la liturgia è anzitutto cura per la preghiera, cioè per l’incontro con il Signore”. L’esempio additato è quello di Santa Teresa d’Avila, “grande maestra della vita spirituale”, secondo la quale “preparare e guidare le celebrazioni liturgiche significa coniugare tra loro sapienza divina e sapienza umana”: “La prima si acquisisce pregando, meditando, contemplando; la seconda viene dallo studio, dall’impegno di approfondire, dalla capacità di mettersi in ascolto”. Di qui la necessità di “tenere lo sguardo rivolto al popolo”, per “capire le esigenze dei fedeli, come pure le forme e le modalità per favorire la loro partecipazione all’azione liturgica”.