“Ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?”. Sono le domande contenute nella parte finale del Messaggio del Papa per la Quaresima, sul tema “Camminiamo nella speranza”, datato 6 febbraio e diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana, mentre il Santo Padre trascorre il suo dodicesimo giorno di degenza al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. “La speranza è l’ancora dell’anima, sicura e salda”, spiega Francesco, che cita Santa Teresa di Gesù: “Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve”.