Mediterraneo: Consiglio dei Giovani, Rete Mare Nostrum e Fondazione La Pira lanciano il progetto “Prendersi cura-Una famiglia per ogni comunità”

(Foto Biagioni/SIR)

Un progetto rivolto alle Conferenze episcopali del Mediterraneo perché si facciano promotrici di proposte di accoglienza e sostegno a famiglie e soggetti fragili (primariamente giovani). Per una Chiesa “al servizio dei più poveri e degli ultimi”. E’ stato lanciato oggi a Roma dal Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, dalla Rete Mare Nostrum e dalla fondazione La Pira, dando in questo modo “effettiva continuità allo spirito che ha animato gli incontri dei vescovi di Bari e Firenze”. A presentare nei dettagli l’iniziativa sono state Tina Hamalaya e Nicholle Salerno, rispettivamente segretaria e delegata della Cei al Consiglio dei Giovani del Mediterraneo. Il progetto – hanno spiegato – viene proposto alle singole Conferenze Episcopali e Patriarcati. Si comincia con un incontro dei giovani con i rispettivi presidenti delle loro Conferenze episcopali che a loro volta lo faranno conoscere alle diocesi e realtà periferiche. Si costituisce così in loco un gruppo di persone con lo scopo di fare il punto sulle realtà di povertà, disagio ed emarginazioni presenti; si passa infine alla fase più operativa con l’individuazione delle azioni che si vuole avviare. Ogni progetto sarà quindi inviato entro la data del 31 marzo 2025 alla segreteria generale del Consiglio dei giovani del Mediterraneo.

Tina Hamalaya e Nicholle Salerno, rispettivamente segretaria e delegata della Cei al Consiglio dei Giovani del Mediterraneo

Il progetto – spiegano i promotori – è rivolto in modo particolare a beneficio di emigranti, rifugiati, richiedenti asilo ma, se ritenuto utile e praticabile, lo si può estendere a tutte quelle situazioni di disagio e criticità che vedono coinvolti senza fissa dimora, famiglie in condizioni di disagio, madri in difficoltà, donne esposte alla tratta, giovani: “tutte quelle situazioni di fragilità e di condizioni di vita drammatiche, che con numeri sempre più preoccupanti, caratterizzano purtroppo la nostra società”. Ogni Chiesa, diocesi, realtà promotrice infatti lo potrà “declinare” in relazione alle varie e talvolta diversissime situazioni locali.  Già si sono avviate idee e gemellaggi. Come quella – ha raccontato Nicholle – tra la diocesi di Brindisi – città che si affaccia al Mediterraneo e con una lunga storia di accoglienza – e Beirut con il vicariato apostolico dei Latini, volto di un Libano, terra di migrazioni.  I giovani chiedono alle Chiese del Mediterraneo di mettere l’accoglienza e la solidarietà al “centro dell’impegno giubilare”, e di “essere disponibili a dare una mano, a curare le ferite di chi ha bisogno”.  Patrizia Giunti, presidente della Fondazione Giorgio La Pira, ha ricordato il pensiero dello statista fiorentino sul “ruolo strategico” del Mediterraneo. “Il Mediterraneo – ha detto Giunti – è un moltiplicatore di effetti. E dunque, un Mediterraneo pacificato è un Mediterraneo che veicola nei tre continenti un modello di pace. Ma un Mediterraneo, miccia sempre accesa, è un veicolo di instabilità per l’intero pianeta”.

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