Slovenia: i vescovi bocciano tre leggi in itinere. Suicidio assistito, media e tassa sulle proprietà

Tre proposte di legge in discussione al Parlamento sloveno “stanno agitando l’opinione pubblica slovena, e soprattutto i fedeli” e preoccupano i vescovi. Lo ha scritto in una dichiarazione il Consiglio permanente – formato dal presidente dei vescovi Andrej Saje, dal vice-presidente Peter Štumpf e dal vescovo Maximilijan Matjaž – che ha dato voce alle proprie riserve. La prima riguarda l’introduzione del suicidio assistito nella legislazione slovena: la Chiesa cattolica, insieme ad altre Chiese cristiane e ad altre comunità religiose, si è già espressa criticamente, ricordano i vescovi. Sarebbe “il primo passo verso la svalutazione della vita umana e aprirebbe ad una arbitrarietà nel decidere chi ha il diritto di morire e chi di vivere”. La proposta di legge sui media, invece, nata per contrastare il discorso d’odio, secondo i vescovi rischia di aprire il varco a controlli e limitazioni alla libertà di espressione, con censure e sanzioni su legittime opinioni personali. A preoccupare infine è la proposta di una nuova tassa sulle proprietà (pari all’1,45% del valore di mercato degli immobili residenziali): colpirebbe duramente le parrocchie e altre istituzioni cattoliche: “Gli operatori religiosi, i fedeli e le congregazioni mantengono le proprietà della Chiesa con le proprie risorse e con grande impegno. Un’ulteriore tassa sulla proprietà sarebbe un colpo a tutti questi sforzi e metterebbe ancora più a dura prova la libertà della vita religiosa in Slovenia”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia