Novaya Gazeta, giornale russo molto critico verso Putin, ha ricordato che prima di Anchorage, Trump aveva dichiarato che “avrebbe insistito su un cessate il fuoco e, successivamente, sulla discussione e l’adozione di un accordo di pace”. Dopo l’incontro, ha modificato l'”ordine delle mosse” in senso opposto, praticamente coincidendo con quanto affermato da Vladimir Putin prima dell’incontro: un cessate il fuoco è possibile solo nel quadro di un “accordo di pace completo”, sul cui contenuto il presidente russo avanza una serie di richieste. Oltre a segnalare il cambio di percorso di Trump nel senso dell’agenda proposta da Putin, in Russia ci si interroga sul significato di “garanzie di sicurezza” che risuona in questi giorni. Secondo il ben più allineato Komsomolskaja Pravda, l’incontro “ha mostrato l’insignificanza politica e diplomatica degli attuali leader europei e i loro vani tentativi di mantenere un’apparenza di importanza”. Trump avrebbe “preso quasi tutti in giro” e impedito che la conversazione andasse nella direzione in cui gli europei cercavano di portarla con i loro interventi. “Non è un caso che nello Studio Ovale, davanti a Zelensky, sia stata posta una mappa dell’Ucraina e dei territori liberati dalla Federazione Russa”, si legge ancora. “Se non sarà possibile raggiungere un accordo con Mosca ora, la linea del fronte si sposterà inevitabilmente verso ovest. E ogni successivo tentativo di raggiungere un accordo con la Russia sarà ancora peggiore per Zelensky”. Su Kommersant, la descrizione dell’incontro è meno acrimoniosa, mentre si cerca di capire se Putin accetterà di incontrare Zelensky: il Cremlino non ha ancora “confermato la disponibilità del presidente russo a incontrare di persona la sua controparte ucraina”, pur condividendo la necessità di negoziati diretti tra Russia e Ucraina, come per altro si era già tentato. Secondo fonti americane, l’Ungheria avrebbe dato disponibilità ad accogliere l’incontro, la Svizzera ha garantito l’immunità a Putin se sceglierà Ginevra.