Diocesi: Reggio Emilia, al via in Madagascar l’Università Cattolica Alba nata dalla cooperazione con la Chiesa di Farafangana

Prenderà il via in autunno a Farafangana, in Madagascar, il primo anno accademico dell’Università Cattolica Alba (Athénée Lucien Botovasoa Atsinanana). Il progetto nasce da un accordo di cooperazione tra le diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e Farafangana e segna un traguardo importante nel cammino di sviluppo culturale, economico e sociale del Paese. Con l’attivazione di tre corsi di laurea – in Agronomia, Economia e Scienze dell’educazione – l’università – viene spiegato in un comunicato – si propone come un polo di formazione di qualità, pensato per offrire nuove opportunità ai giovani malgasci e contribuire concretamente al futuro della loro terra. A testimonianza della concretezza di questo progetto, lo scorso aprile sono giunti in Italia cinque studenti malgasci, accolti da famiglie reggiane aderenti al movimento Familiaris Consortio. Questi giovani – prosegue il comunicato – hanno iniziato un percorso intensivo di apprendimento della lingua italiana e si iscriveranno ai corsi di specializzazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). Al termine del loro percorso accademico in Italia, rientreranno in Madagascar per contribuire attivamente alla realizzazione e alla crescita della nuova Università, mettendo a frutto le competenze acquisite durante il loro soggiorno italiano. Unimore e Alba hanno siglato un accordo di cooperazione, volto a sostenere attivamente il progetto attraverso scambi accademici, supporto alla formazione e condivisione di buone pratiche educative, rafforzando così il legame tra le due istituzioni.
La formazione superiore che i cinque studenti malgasci riceveranno presso Unimore si collega idealmente alla recente cerimonia di laurea dei venti giovani dell’Athénée Saint Joseph di Antsirabe, dove don Luca Fornaciari svolge il ruolo di docente. Entrambe le esperienze fanno parte di un ampio progetto educativo sostenuto dalla diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e portato avanti insieme a un gruppo di volontari e sostenitori.
Tra i più convinti sostenitori e membri attivi del gruppo di lavoro, Paolo Storchi sottolinea che “il ‘Progetto Alba’ non è solo un edificio o un’iniziativa di volontariato. È un investimento concreto nel capitale umano, una fucina di talenti locali destinati a diventare amministratori, educatori, imprenditori e professionisti. Un modello di sviluppo sostenibile, radicato nel territorio e nella cultura malgascia”.

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