Alcide De Gasperi: card. Reina, lo statista “ha sperimentato che la forza del credente e del politico non è opera umana ma viene dal Signore”

“Desidero anzitutto ringraziare la Fondazione De Gasperi per avermi invitato a presiedere questa liturgia e rivolgo un cordiale saluto alle gentili autorità presenti e a quanti si adoperano con dedizione per approfondire e diffondere il pensiero e la testimonianza cristiana di questo grande statista, la cui visione politica risulta estremamente attuale e meritevole di essere recuperata nella sua forza e nella sua spinta profetica”. Lo ha affermato il card. Baldassare Reina, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, commemorando lo statista in occasione del 71° anniversario della morte. Nella basilica di San Lorenzo al Verano a Roma, Reina ha proseguito: “Si è da poco concluso l’anno degasperiano in occasione del 70° anniversario della morte di Alcide che ha avuto nella chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione uno dei momenti più alti. Questo evento si colloca significativamente all’interno del Giubileo della speranza nel quale siamo ancora immersi e che fa da cornice a quanto oggi stiamo per vivere, invitandoci a riflettere sul pensiero e sull’opera di De Gasperi”.
Facendo riferimento alle letture proclamate, il porporato ha osservato: “Questa pagina della Scrittura si rivela provvidenziale mentre ricordiamo Alcide De Gasperi. Anche lui, nella sua vita ha percorso le tappe di Gedeone. Come lui ha sperimentato più volte la forza del potere nemico, l’immane tragedia della guerra, la diffusione del regime nazista e lo sfaldamento della monarchia. Tutto attorno a lui sapeva di sconfitta e di morte. L’Italia che prende in mano subito dopo il referendum è un Paese annientato e senza alcuna credibilità internazionale. E lui stesso aveva già pagato un prezzo altissimo per aver difeso gli ideali della libertà e della democrazia: aveva conosciuto la prigionia, la povertà, l’umiliazione, il tradimento e persino delle trame oscure che ne avevano decretato la fine. Eppure, come Gedeone, egli accoglie la missione, non confidando nella forza delle proprie risorse umane, bensì abbandonandosi alla volontà di Dio, nel silenzio della preghiera e nella luce della fede. […] Sicuramente, ha sperimentato che la forza del credente e del politico non è opera umana ma viene dal Signore; non solo quindi strategie di potere e doti diplomatiche, pur indubbiamente presenti, ma una profonda spiritualità. Alcide come tutti i grandi testimoni della fede non è forte perché migliore di altri ma perché ha sperimentato che la forza viene dal Signore, dalla sua grazia, dall’incontro con Lui nella preghiera e nella meditazione personale, dall’Eucarestia”.

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