La lettera aperta stesa dalla Piattaforma giovanile della Comece “delinea alcune proposte per garantire che il Consiglio consultivo giovanile consenta ai giovani di ogni estrazione di svolgere un ruolo significativo nel processo decisionale dell’Unione”. Chiede “l’inclusione di organizzazioni giovanili che attualmente non fanno parte delle reti della Commissione europea, apportando nuove prospettive e voci spesso trascurate”. La Piattaforma Comece, tuttavia, “si rammarica della mancanza di volontà di coinvolgere nel Consiglio altre organizzazioni oltre ai Consigli nazionali della gioventù e al Forum europeo della gioventù”. I membri della Piattaforma “identificano l’accessibilità come una priorità fondamentale e sottolineano l’importanza di strumenti di supporto come l’interpretazione nella lingua dei segni e l’attenzione ai giovani genitori”. Inoltre, per garantire una più ampia partecipazione al Comitato consultivo, la lettera raccomanda di includere i giovani provenienti da gruppi vulnerabili, come quelli con disabilità o con un background migratorio. Emilio Dogliani, responsabile della Piattaforma Comece per i giovani, spiega che “ciò rifletterebbe l’impegno della Commissione europea per un’inclusione e una partecipazione significative, ma l’attuale struttura proposta dalla Commissione europea sembra non lasciare spazio alla rappresentanza dei giovani vulnerabili”.