Diocesi: Rimini, al lavoro per un progetto di tutela e accompagnamento dei sacerdoti

La diocesi di Rimini si unisce “con commozione e dolore alla preghiera alla diocesi di Novara per la morte improvvisa di don Matteo Balzano, giovane sacerdote deceduto prematuramente perché si è tolto la vita. Affidiamo la sua vita al Signore della misericordia, pregando perché riposi nella pace e perché chi gli ha voluto bene trovi consolazione e speranze”.
Anche la diocesi di Rimini, consapevole delle fatiche che oggi attraversano il ministero sacerdotale, intende attivare “un cammino concreto di tutela, sostegno e accompagnamento dei propri sacerdoti, in continuità con quanto già molti di loro vivono spontaneamente: momenti di condivisione, fraternità, confronto spirituale e umano. Non si tratta solo di rispondere a situazioni di particolare fragilità, ma di riconoscere la complessità del vivere il ministero oggi: ritmi intensi, attese elevate, solitudini silenziose, fragilità interiori che spesso non trovano spazi sicuri per essere espresse.”
“In questi giorni, tanti sacerdoti hanno affidato ai social parole di dolore e di riflessione sincera – dice don Eugenio Savino, assistente dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Rimini –. Questo coro di voci, così umano e autentico, mostra che la questione della cura del presbitero è oggi una priorità reale e urgente. È una ferita che unisce, una fatica condivisa, un bisogno profondo di essere sostenuti da relazioni vere e da una Chiesa che custodisca i suoi pastori, non solo nella funzione, ma nella persona”.
“Il presbitero è un dono prezioso per la comunità – ricorda il vescovo di Rimini Nicolò Anselmi – la sua serenità, il suo cammino umano e spirituale sono responsabilità che condividiamo tutti, come popolo di Dio”.
È fondamentale, perciò,  sottolinea la diocesi, che “anche le comunità cristiane siano coinvolte e responsabilizzate. Quando il vescovo affida un presbitero ad una parrocchia, non consegna un ‘servizio religioso’, ma una persona concreta, con la sua umanità, la sua storia, le sue fragilità e le sue forze. Alla comunità è chiesto non solo di ricevere, ma anche di sostenere con rispetto e corresponsabilità il cammino del sacerdote”.
Troppo spesso “i preti vengono investiti di pretese, giudizi o attese non realistiche, senza considerare la densità umana ed emotiva di un ministero che – nel giro di poche ore – può passare da un funerale drammatico, a un matrimonio gioioso, a un battesimo festoso al multiforme servizio pastorale quotidiano. Tutto ciò richiede una forza interiore che può reggere solo dentro una rete di cura, comunione e preghiera”.
“La fatica – spesso invisibile – del presbitero merita di essere riconosciuta e condivisa. L’ascolto e la cura – come ci rivela il Vangelo e il Signore Gesù – non sono segni di debolezza, ma gesti profetici di responsabilità ecclesiale”. Per questo la diocesi di Rimini desidera impegnarsi a promuovere percorsi di formazione, accompagnamento spirituale e – laddove necessario – anche di supporto psicologico. Perché la serenità del presbitero è un dono per tutta la comunità, e perché nessuno debba mai portare da solo il peso del proprio ministero.

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