Corridoi umanitari: arrivati 119 profughi afghani a Fiumicino. Riccardi (Comunità Sant’Egidio), “per non dimenticare chi aveva collaborato con l’Occidente”

(Foto Calvarese/SIR)

“In questi anni di grandi crisi internazionali si rischia di dimenticare gli afghani e l’Afghanistan, perché sono usciti dall’agenda internazionale”. Con queste parole Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha commentato oggi all’aeroporto di Fiumicino, l’arrivo di 119 profughi afghani con un volo speciale da Islamabad. L’iniziativa è resa possibile grazie ai corridoi umanitari promossi da Sant’Egidio insieme allo Stato italiano e ad altre associazioni, in collaborazione con il progetto francese “Solidaire”. I nuovi arrivati, nuclei familiari e singoli, avevano trovato rifugio in Pakistan nell’agosto 2021, dopo la presa di Kabul da parte dei talebani, ma hanno vissuto per quasi quattro anni in condizioni estreme, in campi informali e rifugi di fortuna. All’arrivo in aeroporto i profughi hanno ricevuto l’accoglienza della Comunità di Sant’Egidio, delle istituzioni e dei familiari con cui si sono ricongiunti. L’integrazione passerà attraverso percorsi di lingua, scuola e inserimento lavorativo. “Questa iniziativa è nata per non dimenticare chi aveva collaborato con le forze occidentali ed è rimasto bloccato in Pakistan o Iran”, ha spiegato Riccardi. “Alcuni vivono ancora sotto tende, senza protezione. In questo gruppo ci sono donne sole con figli, mariti scomparsi, vedove, ma anche ricongiungimenti. E con i corridoi abbiamo già accolto oltre 8.500 persone. È una risposta concreta a una comunità internazionale sempre più incoerente”.

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