In Polonia gli ultimi sondaggi prima del turno decisivo delle elezioni presidenziali di domenica 1° giugno danno alla pari i due partecipanti al ballottaggio. “Le elezioni vengono vinte da chi conosca le paure degli elettori e la sinistra liberale le sta ancora cercando”, titola il settimanale cattolico-liberale “Tygodnik powszechny”. Il più votato al primo turno del 18 maggio scorso con 31,4 per cento delle preferenze è stato Rafal Trzaskowski. 53enne, figlio di un musicista jazz, è il candidato liberal-democratico e vicepresidente del partito di maggioranza Coalizione civica, guidato dal premier Donald Tusk. Dal 2018 è anche sindaco della capitale polacca. Secondo Łukasz Pawłowski, uno dei più noti sondaggisti polacchi, Trzaskowski in un certo senso rappresenta il simbolo dell’establishment, delle élite polacche. Sposato, con due figli, vanta un’ottima preparazione, studi all’estero, parla quattro lingue, professa idee europeiste e di sinistra, è favorevole all’uguaglianza tra i sessi. È anche amatissimo dai media mainstream, e osannato dalle celebrities. Il controcandidato, 42enne, Karol Nawrocki, del partito nazional-conservatore e antieuropeo Pis (Diritto e giustizia) di Jarosław Kaczyński (alla guida del Paese fino all’autunno del 2023), va al ballottaggio con il 29,5 per cento delle preferenze ottenute al primo turno. Il presidente uscente Andrzej Duda, anch’egli espressione del Pis, ha indicato apertamente Nawrocki come suo successore, auspicando nel messaggio preelettorale, pronunciato a reti unificate giovedì 29 maggio, “una Polonia forte, indipendente e giusta”, e un presidente “capace di prendere le decisioni per garantire la sicurezza delle frontiere nazionali e lo sviluppo dell’esercito”.