La figura di Maria, come paradigma di riferimento attuale della Chiesa dell’Ordinariato Militare “per far giungere a tutti lo stile della vicinanza di Dio, il quale mostra che siamo Fratelli tutti. È il paradigma della benedizione che sempre deve prevalere nella missione e nel dialogo con l’alterità”. Lo ha ricordato mons. Gian Franco Saba celebrando, oggi a Roma, nella Basilica dei Santi XII Apostoli, l’inizio del suo ministero come nuovo Ordinario militare per l’Italia (Omi). Alla presenza di rappresentanti del Governo, delle Istituzioni e delle Forze Armate, nonché delle associazioni che fanno capo alla chiesa castrense, mons. Saba ha richiamato le parole del compianto Papa Francesco che auspicava che “il nostro servizio possa esprimersi nello stile di una chiesa ‘ospedale da campo dopo una battaglia, plasmato da spirito di accoglienza, di apertura a tutti e di missione’. In un ospedale da campo, l’attenzione è rivolta verso tutti e non esclude nessuno”. E citando poi Papa Leone XIV, in un intervento di pochi giorni fa sul valore dell’incontro, l’arcivescovo castrense ha aggiunto che “nell’esperienza dell’incontro emerge l’apertura all’altro nella sua reale situazione. Il nostro servizio si rende presente nei luoghi in cui le persone sono ferite fisicamente, spiritualmente, socialmente, psicologicamente. Non opera solo nella protezione delle mura. Chiamati a saper dialogare con le culture, con le religioni, con gli spazi di laicità, non in modo astratto ma lavorando insieme per testimoniare che Dio, in Cristo, benedice ogni creatura”. Da qui lo sottolineatura dell’importanza delle “domande di ricerca esistenziale presenti nel cuore dell’uomo, al lavoro per la ricerca dell’equità sociale, allo studio sempre più approfondito dei diritti umani per promuovere la giustizia, la pace, la solidarietà e la cooperazione”. Perché, come evidenzia Papa Leone XIV, “se vuoi aiutare qualcuno non puoi pensare di tenerti a distanza: ti devi coinvolgere, sporcare, forse contaminare. Questo è il volto di una Chiesa che cresce in umanità”. Concludendo la sua omelia mons. Saba ha rivolto “un pensiero speciale” ai seminaristi della Scuola Allievi Giovanni XXIII: “il seminario è un grande dono e mi sta tanto a cuore; esso può costituire un vero e proprio campus di orientamento alle scelte di vita per coltivare la cura dei valori umani con la spiritualità e lo studio interdisciplinare della teologia”.