Criminalità nei porti italiani: Libera, “nel 2024 115 casi. Maglia nera Livorno”

“Gli scali marittimi rappresentano per i gruppi criminali un’opportunità per incrementare i propri profitti e per rafforzare collusioni”. Lo denuncia Libera, che ha presentato stamattina a Genova il II rapporto “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani” – curato da Francesca Rispoli, Marco Antonelli e Peppe Ruggiero -, dove sono stati elaborati i dati provenienti dalla rassegna stampa Assoporti, dalle relazioni della Commissione parlamentare antimafia, della Dia, della Dnaa, dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanzia. Una fotografia che rappresenta sicuramente un dato al ribasso rispetto al fenomeno nel suo complesso: le fonti sono limitate e non tutte le notizie emergono nella stampa, ma ad oggi ancora manca un archivio completo sul fenomeno.
Nel corso del 2024 “sono stati registrati 115 casi di criminalità all’interno dei porti italiani (+4,5% rispetto al 2023), con il coinvolgimento di 30 porti (erano 28 nel 2023). Maglia nera per casi di criminalità spetta al porto di Livorno con 16 casi di criminalità. Seguono i porti di Bari e Genova con 10 casi (quest’ultimo scende dalla prima posizione del 2023 quando aveva registrato 13 casi). Il porto di Bari registra l’incremento maggiore (passa da un caso del 2023 ai 10 del 2024) seguito da Napoli (da 1 a 7 casi) e Venezia (7 nel 2024, erano 2 nel 2023)”. Nel 2024 “sono 5 le new entry di porti coinvolti in casi di criminalità: Barletta, Carrara, Lacco Ameno, Marina di Stabia e San Benedetto del Tronto”. A livello regionale “la Liguria con 18 casi è la regione con il maggior numero di casi di criminalità all’interno dei porti, seguita dalla Toscana con 17, la Puglia con 16 e la Campania con 13”. Dei 115 casi di criminalità, “il 77,9% (89) riguarda attività illegali di importazione di merce o prodotti (era il 75,4% nel 2023), il 9,5% (11) riguardano attività illegali di esportazione di merce o di prodotti (nel 2023 il 12,7%), il 5,2% (6) riguarda sequestri di merce in transito, mentre il restante è relativo ad altri fenomeni illeciti non classificabili (9); se prendiamo in considerazione i business illegali, anche per il 2024 il dato che spicca maggiormente riguarda il traffico di prodotti contraffatti, pari al 37,7% dei casi mappati, seguito dal traffico di stupefacenti con il 27% e il contrabbando con il 19,2%”. In misura marginale seguono “episodi relativi al traffico illecito di rifiuti (5,2%) e illecito finanziario (3,5%)”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia