“Nella storia della salvezza nessuno è straniero, nessuno è estraneo”. Così il Papa, nel testo dell’omelia preparata per la messa della Domenica delle Palme e pronunciata dal card. Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio, che presiede la celebrazione eucaristica in piazza San Pietro, commenta la figura di Simone di Cirene, che si trova a portare la croce di Gesù imbattendosi “in una vicenda che lo travolge, come il pesante legno sulle spalle”. Per Francesco, il gesto del Cireneo è ambivalente: “Da un lato, infatti, viene obbligato a portare la croce: non aiuta Gesù per convinzione, ma per costrizione. Dall’altro, egli si trova a partecipare in prima persona alla passione del Signore. La croce di Gesù diventa la croce di Simone”. “Non però di quel Simone detto Pietro che aveva promesso di seguire sempre il Maestro”, sottolinea il Papa: “Quel Simone è scomparso nella notte del tradimento, dopo aver proclamato: ‘Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte’. Dietro a Gesù non cammina ora il discepolo, ma questo Cireneo. Eppure il Maestro aveva insegnato chiaramente: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’”. “Simone di Galilea dice, ma non fa”, il commento di Francesco: “Simone di Cirene fa, ma non dice: tra lui e Gesù non c’è alcun dialogo, non viene pronunciata una parola. Tra lui e Gesù c’è solo il legno della croce”. “Per sapere se il Cireneo ha soccorso o detestato l’esausto Gesù, col quale deve spartire la pena, per capire se porta o sopporta la croce, dobbiamo guardare al suo cuore”, l’invito: “Mentre sta per aprirsi il cuore di Dio, trafitto da un dolore che rivela la sua misericordia, il cuore dell’uomo resta chiuso. Non sappiamo cosa abiti nel cuore del Cireneo. Mettiamoci nei suoi panni: sentiamo rabbia o pietà, tristezza o fastidio?”. “Se ricordiamo che cosa ha fatto Simone per Gesù, ricordiamo pure che cosa ha fatto Gesù per Simone – come per me, per te, per ognuno di noi –: ha redento il mondo”, scrive il Papa: “La croce di legno, che il Cireneo sopporta, è quella di Cristo, che porta il peccato di tutti gli uomini. Lo porta per amore nostro, in obbedienza al Padre, soffrendo con noi e per noi. È proprio questo il modo, inatteso e sconvolgente, col quale il Cireneo viene coinvolto nella storia della salvezza, dove nessuno è straniero, nessuno è estraneo”.