Il Consiglio nazionale della Fism – Federazione italiana scuole materne alla quale fanno riferimento circa novemila realtà educative frequentate da quasi mezzo milione di bambini e dove lavorano oltre quarantamila addetti – riunito da ieri a Roma, ha affrontato tra i punti all’ordine del giorno una discussione sul rinnovo del Ccnl Fism 2024-2027, attualmente oggetto di interlocuzioni con le organizzazioni sindacali, e ha approvato all’unanimità una mozione che impegna la delegazione Fism trattante. La mozione, dopo aver ricordato le note difficoltà economico-finanziarie e gestionali delle scuole dell’infanzia (200 scuole quelle che hanno chiuso nel 2023) e il dettato della Legge 62 sulla parità scolastica, nonché il carattere fondamentale del servizio pubblico offerto alle famiglie con modalità non commerciali, entra nei dettagli.
“Preso atto che nelle interlocuzioni per il rinnovo del Ccnl Fism dalle organizzazioni sindacali è stato proposto un aumento delle retribuzioni nel biennio nella misura del 6%, richiesta che è legittima e comprensibile ma che, in mancanza di un almeno corrispondente aumento dell’importo degli attuali contributi da parte dello Stato, comporterebbe un significativo aumento delle rette per poter accedere ad un fondamentale servizio pubblico a carico delle famiglie”, la delegazione trattante di Fism nazionale dovrà chiedere alle stesse organizzazioni sindacali di “farsi parte attiva unitamente alla nostra Federazione con il Governo e il Parlamento per riconoscere nei prossimi provvedimenti di finanza pubblica, in via strutturale, un significativo aumento dei contributi statali alle scuole dell’infanzia paritarie no profit, che consenta ai gestori di far fronte al riconoscimento di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro del personale dipendente senza gravare ulteriormente sulle rette a carico delle famiglie”.