Giornata operatori sanitari: Rosina (Cnoas), “noi assistenti sociali ci siamo sempre ma siamo troppo pochi. Serve riorganizzazione”

“Noi assistenti sociali ci siamo ogni giorno, non soltanto nelle emergenze, come si è scoperto all’alba del lockdown. Allora, come ogni giorno, è chiaro che la salute non è soltanto farmaci e ospedali. Le solitudini, le violenze domestiche, le difficoltà di movimento, le povertà economiche e non solo, ai tempi del Covid e oggi, negano salute e dignità alle persone. I professionisti a cui è dedicata questa giornata lo sanno bene e lavorano insieme non soltanto per non fare dimenticare la tragedia del Coronavirus, ma per costruire un futuro di benessere”. Così Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas), interviene alla Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario e del volontariato in corso a Roma. “Alle istituzioni qui presenti, in primis al ministro della Salute – prosegue Rosina – , ricordo che soltanto 6.486 assistenti sociali lavorano nel sistema sanità e il 48% andrà in pensione nei prossimi 10 anni. Un numero insufficiente oggi e assolutamente sottostimato per le riforme in atto che implicano una profonda revisione organizzativa”.
“Se manca uno di noi, che sia un infermiere, un medico, una professionista della riabilitazione, uno psicologo o un assistente sociale – aggiunge la presidente degli assistenti sociali – manca un tassello indispensabile per la definizione dei progetti che le persone con problemi di salute hanno diritto di avere. Noi tutte e tutti lo sappiamo. Lo capiscano i decisori perché altrimenti – conclude – giornate come queste, saranno soltanto celebrazioni o semplici occasioni per stilare un elenco di buone intenzioni”.

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