Diocesi: Casale Monferrato, in 20 anni più che dimezzato il numero di sacerdoti incardinati. Nessun prete ha meno di 30 anni

Negli ultimi vent’anni, la Chiesa di Casale Monferrato ha visto più che dimezzarsi il numero dei sacerdoti: erano 110 quelli incardinati nel 2004, scesi a 47 al 31 dicembre 2024. Inoltre, la popolazione residente sul territorio diocesano è calata di circa 10mila abitanti (da 103.500 sono scesi a 93.500). Sono i dati più rilevanti che emergono dalla relazione statistica annuale redatta dal cancelliere vescovile can. Davide Mussone e che “fotografa” la situazione della diocesi e delle sue 115 parrocchie. Stando ai dati diffusi oggi, dei 47 sacerdoti secolari “incardinati”, di cui 8 provenienti dall’estero, 45 sono presenti in diocesi mentre 2 svolgono un servizio pastorale in altre diocesi in Italia o all’estero. Dei 45 preti, due hanno oltre 90 anni, 5 fra gli 80-90 anni, 7 fra i 70-80, 7 fra i 60-70, 16 fra i 50-60, 7 fra i 40-50, 1 è under 40 mentre non ce n’è nessuno sotto i 30. Per quanto riguarda la presenza dei religiosi, sono 7 quelli sul territorio: un Giuseppino d’Asti e 6 salesiani. Due le Congregazioni di religiose (4 suore del Cottolengo, 1 delle Piccole Figlie del Sacro Cuore) a cui si aggiungono 13 suore dell’Istituto diocesano “Nostra Signora di Lourdes-Opere Mazzone”, 3 monache carmelitane del Monastero Mater Unitatis di Albarengo di Montiglio oltre alle 7 Silenziose operaie della Croce operanti nella Casa del clero Nostra Signora di Crea-Serniola. Sono 8 i diaconi permanenti e 19 assistenti pastorali (13 donne e 6 uomini) che svolgono il proprio servizio secondo il mandato del vescovo. In diocesi risiedono due vescovo emeriti: mons. Luciano Pacomio (Mondovì) e mons. Alceste Catella (Casale).
“In 30 anni – commenta don Mussone – la diocesi ha perso più di 100 sacerdoti, senza contare il drastico calo dei religiosi e delle suore. Non è possibile in via definitiva fornire dati certissimi, ma potremmo dire che vi è un prete ancora attivo in discreta forza ed età ogni circa 2.300 fedeli sparsi sul territorio”. È altrettanto vero che la nostra – osserva il cancelliere vescovile – è una buona diocesi, anche se con un territorio molto particolare e poco popolato ma bellissimo e panoramico, con un clero unito al suo vescovo e che pur con i limiti di ognuno si impegna per il meglio delle proprie parrocchie e si sa aiutare nel caso di difficoltà, malattie, impegni”. “Dobbiamo esserne fieri della nostra diocesi, anche se con pochi numeri, ma fiduciosi che il Buon Pastore mai abbandona il suo popolo, anzi, può essere uno stimolo ad impegnarci ancor più nell’unire le forze”, conclude don Mussone.

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