“Chiesa di Cassano all’Jonio, alzati e sogna con Dio un futuro degno per i tuoi bambini!”. Così il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, concludendo l’anno giubilare a livello diocesano. Il presule ha aggiunto che il Giubileo della speranza “ci interroga su come da domani, dico domani, apriremo spazi sicuri di speranza e fiducia nelle nostre comunità”. Nell’omelia il presule parla del sogno a Giuseppe spiegando che “nei sogni, secondo la Sacra Scrittura, Dio continua a parlarci e a indicarci la strada verso la vita, la libertà e la felicità. Se ascoltassimo con più spontaneità i nostri sogni ma soprattutto i sogni dei più poveri e dei più vulnerabili!. Sperare vuol dire anche – ha detto mons. Savino – rendere legittimi i nostri sogni, parlarne, condividerli, pensare in grande. L’opposto della speranza è smettere di sognare, cedere alla filosofia della lamentela. Chi sogna invece crede che il bene esiste e che ci sono persone che lo vivono: basta saper guardare, non fermarsi alla superficie! Ma sognare come Giuseppe vuol dire anche accogliere il sogno di Dio per la nostra Chiesa e la nostra società. Dio non può che coltivare sogni di pace e giustizia”. E si chiede “è troppo sognare che la nostra Diocesi possa crescere nella carità e nel perdono reciproco? Nella sinodalità e nella corresponsabilità? È troppo sognare che il nostro territorio sia liberato dal cancro della criminalità organizzata e dall’inquinamento?”.