La Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli Irccs ha realizzato il primo intervento in Italia di trasposizione uterina con successivo riposizionamento dell’utero, permettendo a una giovane donna affetta da tumore del retto di affrontare chemio‑radioterapia senza compromettere la propria fertilità. L’operazione, eseguita da un’équipe multidisciplinare, è stata pubblicata sull’International Journal of Gynecological Cancer.
La procedura consiste nello spostare temporaneamente utero e ovaie fuori dal campo di irradiazione, proteggendone la funzionalità. L’intervento, eseguito con tecnica robotica mini‑invasiva, ha consentito alla paziente di riprendere il ciclo mestruale dopo le cure. “Le terapie oncologiche possono compromettere in modo permanente la funzionalità riproduttiva”, spiega Anna Fagotti, direttrice della Ginecologia oncologica del Gemelli, sottolineando come questa tecnica apra nuove prospettive per le giovani donne colpite da tumori pelvici.
Ad oggi, la trasposizione uterina è stata eseguita solo in una ventina di casi nel mondo e ha portato a due gravidanze concluse con successo. Il Gemelli ha già replicato l’intervento su una seconda paziente, con esito positivo. Il risultato è frutto della collaborazione tra ginecologi oncologi, radioterapisti e chirurghi generali, come evidenziano Nicolò Bizzarri, dirigente medico presso Ginecologia oncologica, e Roberto Persiani, direttore Uoc Chirurgia oncologia mini-invasiva del Gemelli, che ha trattato la paziente per il tumore al retto.
La radioterapia moderna, integrata con tecniche chirurgiche innovative, permette oggi di preservare sempre più gli organi a rischio, ricorda Maria Antonietta Gambacorta, direttrice Dipartimento diagnostica per immagini e radioterapia oncologica del Gemelli. Il Policlinico, primo centro italiano a offrire questa procedura, sta conducendo il trial clinico “Displut” per valutarne efficacia e sicurezza.