Leone XIV: alla Pul, no alla “tentazione di semplificare questioni complesse per evitare la fatica del pensiero”, “abbiamo bisogno di laici e preti preparati”

“Il servizio accademico spesso non gode del dovuto apprezzamento, anche a motivo di radicati pregiudizi che purtroppo aleggiano pure nella comunità ecclesiale”. È l’analisi del Papa, nel discorso per l’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia università lateranense. “Si riscontra a volte l’idea che la ricerca e lo studio non servano ai fini della vita reale, che ciò che conta nella Chiesa sia la pratica pastorale più che la preparazione teologica, biblica o giuridica”, ha affermato Leone XIV esortando l’ateneo a “promuovere, difendere e sviluppare” la scientificità. “Il rischio è quello di scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità”, il monito del Pontefice, secondo il quale “l’indagine scientifica e la fatica della ricerca sono necessarie”. “Abbiamo bisogno di laici e preti preparati e competenti”, l’appello, unito all’invito a “non abbassare la guardia sulla scientificità, portando avanti una appassionata ricerca della verità e un serrato confronto con le altre scienze, con la realtà, con i problemi e i travagli della società”. “Questo esige che l’università abbia docenti preparati, posti nelle condizioni – pastorali, giuridiche ed economiche – di dedicarsi alla vita accademica e alla ricerca; che gli studenti siano motivati ed entusiasti, disposti allo studio rigoroso”, l’indicazione di rotta di Leone: “Esige che l’università dialoghi con altri centri studio e di insegnamento, perché in questa prospettiva inter e transdisciplinare si possano intraprendere percorsi ancora inesplorati”.

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