Iraq: card. Sako (patriarca), “nuovo Parlamento promuova unità degli iracheni. Subito un Governo per uno Stato civile e giusto”

(Foto Calvarese/SIR)

“Mi congratulo con i vincitori delle elezioni parlamentari e auguro loro successo nell’adempimento dei loro compiti e nell’assunzione delle loro responsabilità nazionali e morali. Auspico anche che collaborino con tutte le istituzioni politiche, civili e culturali irachene per promuovere l’unità etnica e religiosa degli iracheni, e per scegliere rapidamente un governo che lavori per costruire uno Stato civile ben definito in grado di stabilire giustizia e uguaglianza”: così il card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, ha salutato l’esito delle elezioni per il rinnovo dei 329 seggi parlamentari che vede avanti, nei conteggi preliminari, la coalizione del primo ministro uscente Mohammed Shia al-Sudani. La sfida del nuovo Parlamento adesso è nominare un premier e formare un governo, compito tradizionalmente arduo e soggetto a lunghi colloqui politici. Nella sua dichiarazione, rilanciata dal Patriarcato caldeo, Mar Sako ricorda le condizioni di vita dei cristiani locali che subiscono “rapimenti, uccisioni, esclusioni, emarginazione e sfollamento di massa dalle loro città. Un terzo di loro sono emigrati all’estero in cerca di condizioni migliori”. Da qui la necessità da parte delle istituzioni e delle autorità ecclesiastiche di lavorare per “garantire che i cristiani rimangano nella loro terra, preservino i loro diritti, la loro civiltà, la loro lingua e vivano armoniosamente nel Paese”. Ma per far questo occorre, ribadisce il patriarca caldeo, lavorare “come una squadra”, istituendo “un consiglio indipendente composto da caldei, assiri, siriaci e da altri partiti, che funga da riferimento politico unico per la componente cristiana, competente per rivendicare i diritti fondamentali dei cristiani, opponendosi all’intolleranza e all’estremismo”. Altro punto a cuore di Mar Sako è cercare di “ottenere un’equa rappresentanza politica per i cristiani, chiedendo la modifica della legge elettorale, la protezione delle quote evitando che partiti e milizie influenti si approprino del voto cristiano per espandere la propria influenza”. Dal patriarca caldeo arriva anche l’appello per cambiare la legge del 2024 sullo status personale, e promulgare una legge che garantisca i diritti umani della moglie e dei figli, la stabilità della famiglia e la sicurezza sociale. Tra i dossier aperti sul tavolo del prossimo governo deve esserci anche, aggiunge Mar Sako, l’allontanamento delle milizie dalle città della Piana di Ninive, come è accaduto a Qaraqosh/Hamdaniya, e permettere il ritorno dei loro abitanti. Queste città dovranno, ad avviso del patriarca, essere affidate a corpi di polizia addestrati con corsi speciali e guidate da dipendenti estranei a conflitti e interessi locali e regionali. “L’Iraq – conclude – è la terra della nostra storia. Qui la nostra Chiesa affonda le sue radici dagli albori del cristianesimo. Se coltiviamo questo spirito potremo cooperare e affrontare gli ostacoli con speranza”.

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