Un ruolo cruciale, in particolare per i bambini più fragili, è svolto dalla Blud – Banca del latte umano donato del Bambino Gesù, unica struttura di riferimento nel Lazio. Lo ricorda l’Ospedale pediatrico, in occasione della Giornata mondiale della prematurità del 17 novembre. Il latte umano è l’alimento ideale per il neonato e risulta particolarmente indicato per i prematuri con peso molto basso alla nascita. Quando non è disponibile il latte della madre, la prima alternativa raccomandata è il latte donato, fondamentale non solo per i prematuri, ma anche per i neonati sottoposti a interventi chirurgici sull’addome, per quelli con cardiopatie congenite, gravi allergie, insufficienza renale cronica, sindromi da malassorbimento o diarree intrattabili.
La Banca del latte del Bambino Gesù raccoglie, tratta e distribuisce ogni anno circa 800 litri di latte materno grazie a una rete di oltre 100 mamme donatrici, che consentono di sostenere più di 200 neonati con esigenze terapeutiche particolari non solo della Tin dell’Ospedale Bambino Gesù ma anche di altre Terapie intensive neonatali del Lazio che ne fanno richiesta. Negli ultimi anni la raccolta è significativamente aumentata anche grazie al servizio di raccolta a domicilio attivo in tutta la Regione. Una testimonianza concreta di solidarietà che rappresenta un tassello fondamentale nella cura dei neonati più vulnerabili.
Accanto alle cure mediche, il Bambino Gesù promuove da anni il coinvolgimento attivo dei genitori in Terapia intensiva neonatale. La presenza materna e paterna, il contatto pelle-a-pelle attraverso la “Kangaroo Mother Care”, il massaggio neonatale e il semplice ascolto della voce dei genitori favoriscono la regolazione emotiva del bambino, lo sviluppo neurologico e l’avvio dell’allattamento, contribuendo in molti casi alla riduzione dei tempi di ricovero.
Negli ultimi anni si è intensificata l’attività di collaborazione con diversi Paesi con maggiori difficoltà di risorse che inviano un crescente numero di neonati pretermine che vengono assistiti sia nelle fasi più critiche della loro evoluzione clinica sia nel decorso successivo. Questo richiede uno sforzo molto importante per garantire la migliore accoglienza alle famiglie che vedono così stravolta la loro vita per un lungo periodo di tempo. In linea con quanto espresso dalla Società italiana di Neonatologia, tutti gli operatori sanitari devono considerare che il percorso che porta alla dimissione inizia al momento del ricovero per sostenere, formare e supportare i genitori dei piccoli neonati prematuri.