Il percorso di un neonato prematuro non si conclude con la dimissione dall’ospedale: “I bambini nati pretermine, soprattutto quelli più piccoli, possono sviluppare difficoltà neuro-evolutive, problemi sensoriali o fragilità emozionali”, ricorda l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, in occasione della Giornata mondiale della prematurità del 17 novembre. Per questo l’Ospedale garantisce un articolato programma di follow-up con visite periodiche fino ai 6 anni di età, valutazioni dello sviluppo motorio e cognitivo, controlli oculistici e uditivi e il coinvolgimento degli specialisti necessari. Sono momenti dedicati anche alle famiglie, invitate a condividere vissuti, preoccupazioni e progressi dei figli in un percorso di accompagnamento continuo.
Nell’ambito delle attività di ricerca dell’Irccs Bambino Gesù e in particolare dell’Unità di Ricerca in Medicina perinatale, l’Ospedale partecipa sia come Centro promotore che come Centro partecipante a diversi progetti di ricerca centrati sui neonati più critici, volti ad indentificare percorsi di prevenzione e trattamento nonché di valutazione degli outcome a distanza grazie al programma di follow up multidisciplinare.
“La prematurità, pur restando una delle sfide più rilevanti della neonatologia moderna, è oggi affrontata con strumenti terapeutici e conoscenze profondamente rinnovati – spiega Andrea Dotta, responsabile dell’Unità Operativa complessa di Terapia intensiva neonatale del Bambino Gesù –. L’impegno del Bambino Gesù è quello di continuare a migliorare gli standard di cura, promuovere tecnologie meno invasive, valorizzare il ruolo della famiglia e consolidare la rete di follow-up e ricerca. Obiettivo finale: garantire a ogni bambino nato troppo presto la migliore possibilità di crescita, sviluppo e futuro”.