In occasione del centenario dell’arrivo di mons. Angelo Roncalli (futuro Giovanni XXIII) in Bulgaria, il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha tenuto ieri sera una lezione magistrale all’Accademia bulgara delle scienze di Sofia, dal titolo “La pace, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi”. L’evento ha suscitato un enorme interesse e ha visto la partecipazione del metropolita ortodosso Antoni, il nunzio apostolico mons. Luciano Suriani, rappresentanti della Presidenza della Repubblica, professori universitari ecc.
Nel suo intervento, Pizzaballa ha delineato la figura di Giovanni XXIII, sottolineando il valore dell’enciclica Pacem in terris, che concepisce la pace come bene universale, fondata su giustizia, diritti umani, dialogo e responsabilità.
Parlando del mondo contemporaneo e della Terra Santa, ha affermato che “non basta fermare le armi, è necessaria una visione per il futuro che finora è stata negata dalla cecità dei leader e delle ali estremiste da ambedue i lati”. A suo avviso, “la comunità internazionale dovrebbe isolare le forze che sostengono la guerra – economiche, politiche e ideologiche”, ricordando che la Terra Santa è cuore simbolico del mondo e “quando in fiamme, tutto il mondo brucia”.
Il cardinale ha sostenuto che la Chiesa non può restare neutrale nei conflitti: deve promuovere la logica del Vangelo e la riconciliazione, anche a costo di sbagli. Ha inoltre ribadito che una pace imposta dall’alto, senza tener conto delle ferite e del contesto culturale e religioso, è destinata al fallimento. Il patriarca latino ha indicato tre pilastri del vero processo di pace: perdono, verità e giustizia, sottolineando però che nessuno di essi, da solo, è sufficiente. Concludendo, Pizzaballa ha invitato a non cedere allo scoraggiamento: “Ogni gesto di riconciliazione, ogni parola di verità e ogni atto di fede nel futuro sono semi di pace, che preparano la via alla guarigione e alla redenzione del mondo”.