Mar dei Caraibi: vescovi delle Antille, “preoccupati per movimenti truppe Usa, no ad aggressione e intimidazione come mezzi per risolvere i conflitti”

La Conferenza episcopale dei vescovi delle Antille, che raggruppa gli episcopati dei Paesi caraibici non ispanofoni, ha espresso, in un comunicato, la sua preoccupazione per l’aumento delle truppe statunitensi nei Caraibi, con l’obiettivo dichiarato di combattere il narcotraffico. I vescovi avvertono che queste manovre militari potrebbero comportare “possibili implicazioni per il benessere socioeconomico, politico e umanitario della nostra regione e della sua gente”. Prosegue la nota: “Il dialogo e la cooperazione sono urgentemente necessari per alleviare le crescenti tensioni geopolitiche e promuovere una pace duratura”; ancora una volta “ci troviamo a un bivio”, di fronte alle sfide morali che la regione deve affrontare. Da un lato, infatti, “il narcotraffico continua a devastare le società caraibiche, erodendo vite, futuri e il tessuto morale stesso delle nostre comunità”. Tuttavia, secondo i vescovi, “l’uso della forza sproporzionata non può essere giustificato come mezzo di risoluzione. Tali atti violano la sacralità della vita umana” e la sovranità delle nazioni indipendenti”. Secondo l’episcopato caraibico, “la presenza di navi da guerra nelle nostre acque rappresenta una minaccia reale, e resta forte la condanna dell’aggressione e dell’intimidazione come mezzi per risolvere conflitti o differenze ideologiche, perché “la nostra storia ha dimostrato che il dialogo e la negoziazione ci sono stati utili come nazioni indipendenti unite”. Quindi, l’appello “a coloro che hanno ricevuto la leadership” ad adoperarsi per una de-escalation del conflitto.

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