“Tenere vivo lo ‘spirito di Assisi’, suscitato da Giovanni Paolo II, è testimonianza di grande significato”. Lo ha affermato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’incontro internazionale per la pace dal titolo “Osare la pace-Religioni e culture in dialogo” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.
“Il riconoscersi tra i popoli come eguali, gli scambi, il permettere accesso reciproco alle rispettive risorse, ha sconfitto, nel Novecento, l’idea che, per sopravvivere, fosse necessario combattere per sottrarre beni a qualcun altro”, ha osservato il Capo dello Stato, evidenziando che “il nazionalismo da opporre ad altri nazionalismi nasce dal considerare gli altri popoli come nemici, se non come presenze abusive o addirittura inferiori per affermare con la prepotenza e, sovente, con la violenza, pretese di dominio”. “Per un trentennio tutto questo sembrava avviato ad essere archiviato nel passato. La fine della Guerra Fredda, con il dialogo Reagan-Gorbaciov e l’apertura a un’accentuata interdipendenza globale, sembrava aprire un’era di pacificazione”, ha proseguito Mattarella, rilevando che “oggi ci confrontiamo con uno scenario molto diverso, anche in Europa”. “Il tema della forza pretende nuovamente di essere misura delle relazioni internazionali”, ha ammonito il presidente, ricordando che “abbiamo costruito, con l’Unione europea, una condizione – sin qui realizzatasi tra i suoi membri – per cui le armi avrebbero taciuto per sempre. E questo per volontà democratica dei suoi popoli liberi, non per imposizione imperiale o di uno dei dittatori, protagonisti di disumani esperimenti del secolo scorso”.