Pace: Mattarella, “contrastare le azioni di forza e i ‘fatti compiuti’”. “La pace conviene, è vita, è sviluppo”

(Foto Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Risulta oscuro come comportamenti ritenuti generalmente riprovevoli, se non severamente censurabili, se relativi alle normali relazioni umane, abbiano la pretesa, nelle relazioni internazionali, di essere considerati fatti politici. Mentre, alla parola ‘dialogo’, viene attribuito, anziché il carattere della fortezza, il segno di una debolezza, di una remissività. Le azioni di forza e i ‘fatti compiuti’ pretendono di assumere la natura di situazioni definitive, mentre non sono che la premessa dell’esplodere di future contrapposizioni. È doveroso contrastarle”. Lo ha sottolineato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’incontro internazionale per la pace dal titolo “Osare la pace-Religioni e culture in dialogo” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.
“Con insensatezza e, ancor più, con cinismo, il ‘costo’, anche in vite umane, della guerra viene spesso percepito dai belligeranti come inferiore a quello della pace”, ha osservato il Capo dello Stato, prima di domandare: “Cosa induce a usare immani risorse per bruciarle sull’altare della guerra e non, invece, per costruire la pace?”. “Occorrono cambiamenti radicali nella mentalità e nella condotta prescelte”, ha ammonito Mattarella, secondo cui “per la pace occorre grande coraggio e molto lavoro, ma la pace conviene, la pace è vita, è sviluppo”. “Nel Vicino e Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan, in tante altre parti del mondo, quanto occorrerà per restaurare i rapporti fra le persone?”, ha chiesto il presidente, per il quale “oggi il coraggio di osare la pace assume un valore ancora più prezioso”.

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