Leone XIV: Angelus, “non è ostentando i propri meriti che ci si salva”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non è ostentando i propri meriti che ci si salva, né nascondendo i propri errori, ma presentandosi onestamente, così come siamo, davanti a Dio, a sé stessi e agli altri, chiedendo perdono e affidandosi alla grazia del Signore”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, commentando il Vangelo che narra del pubblicano e del fariseo. “Commentando questo episodio, sant’Agostino paragona il fariseo a un malato che, per vergogna e orgoglio, nasconde al medico le sue piaghe, e il pubblicano a un altro che, con umiltà e saggezza, mette a nudo davanti al dottore le proprie ferite, per quanto brutte a vedersi, chiedendo aiuto”, ha ricordato Leone XIV, sottolineando che Agostino conclude così: “Non ci stupisce se quel pubblicano, che non ebbe vergogna a mostrare la sua parte malata, se ne tornò guarito”. “Facciamo così anche noi”, l’invito finale: “Non abbiamo paura di riconoscere i nostri errori, di metterli a nudo assumendocene la responsabilità e affidandoli alla misericordia di Dio. Potrà così crescere, in noi e attorno a noi, il suo Regno, che non appartiene ai superbi, ma agli umili, e che si coltiva, nella preghiera e nella vita, attraverso l’onestà, il perdono e la gratitudine”.

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