Si è concluso ad Agrigento il 75° Convegno nazionale di studi dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci): sono stati giorni intensi che hanno visto partecipare docenti universitari, studiosi, giuristi, personalità delle Istituzioni in una comune e polifonica riflessione sul tema “Responsabilità e giustizia nell’esperienza giuridica contemporanea”.
Antonino Caleca, già consigliere di Stato laico del Cgars, ha sottolineato come oggi gli amministratori locali siano soggetti con un eccesso di responsabilità, civile, penale, erariale, alla luce di una considerazione a monte, che “cioè che l’amministratore locale viene vissuto ancora oggi come il soggetto che fa il bene comune solo se la legge glielo impone; se la legge non glielo imponesse, l’amministratore farebbe il suo bene, non quello comune. Questo è un principio che deve essere superato”. Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, consigliere centrale dell’Ugci, ha parlato del valore della prevenzione, sia dal punto di vista delle piattaforme digitali, con la responsabilizzazione delle stesse, sia di noi tutti utenti finali, ed ha posto l’accento sull’urgenza della formazione dei più deboli: “Centrale, essenziale, il momento della preparazione, della formazione, che attraverso le famiglie prima ma poi attraverso la scuola sia fatta nei confronti dei minori perché si accostino a questi strumenti senza demonizzarli ma con la consapevolezza di un utilizzo maturo degli stessi, ripeto, consapevoli dei rischi per cui si va incontro al riguardo”. Alberto Gambino, prorettore vicario all’Università europea di Roma, consigliere centrale dell’Ugci, ha affermato: “È importante che si ricordi che anche i danni patrimoniali non sono soltanto un momento di compensazione delle lesioni di diritti economici ma sono anch’essi un momento di recupero di una frattura sociale che altrimenti rimane inevasa e in particolare crea frizioni tra i consociati. Tante volte il risarcimento del danno patrimoniale è molto più efficace di una pena detentiva”. Guido Corso, emerito di Diritto amministrativo all’Università degli Studi Roma Tre, ha affrontato il tema della responsabilità dei funzionari e degli impiegati pubblici: “Il punto focale è che mentre l’amministrazione risponde pienamente qualunque sia il grado di colpevolezza quindi o dolo o colpa grave o colpa lieve, le persone fisiche rispondono solo per dolo o colpa grave cioè dire per evitare che l’amministrazione sia paralizzata dal timore, dal rischio di incorrere in responsabilità si esonera la gente che agisce per l’amministrazione della responsabilità per colpa lieve”. Elisa Scotti, ordinario di Diritto amministrativo all’Università degli Studi di Macerata, ha richiamato l’importanza della Laudato si’ di Papa Francesco: “Il diritto spesso arranca: è un diritto mite, un diritto dello sviluppo innanzitutto più che della sostenibilità e nelle maglie della mitezza di questo diritto gli interessi economici hanno la possibilità di intervenire lecitamente trasformando il mondo senza considerare un’istanza integrale di sostenibilità”. Alessandro Colavecchio, ordinario di Diritto amministrativo all’Università degli Studi di Foggia, parlando di responsabilità in ambito energetico, ha chiarito la novità del tema in quanto non vi è una definizione giuridica di responsabilità energetica né tantomeno una disciplina unitaria, ma “sicuramente dal punto di vista della amministrativista e più in generale dal punto di vista del giuspubblicista e aggiungerei in particolare del giurista cattolico, una particolare rilevanza nella definizione di questo concetto deve essere attribuita ai doveri di solidarietà economica e sociale espressi dall’articolo due della Costituzione che essendo una clausola di carattere aperto consente di includere al suo interno, soprattutto nella prospettiva della transizione energetica, una serie di doveri a carico non solo dei pubblici poteri ma anche di cittadini e imprese verso comportamenti e scelte energetiche che consentendo l’uso efficiente delle risorse energetiche le rendano disponibili per una platea che sia la più estesa possibile, anche se non soprattutto a favore delle generazioni future”.