Cammino sinodale: mons. Castellucci, “non si aderisce ai Pride, ma si partecipa a giornate di preghiera e riflessione”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“La trasparenza favorisce il dialogo e abbatte i sospetti”. Così mons. Erio Castellucci commenta la decisione di rendere pubblici i risultati del voto della terza Assemblea sinodale: “All’inizio si discuteva se rendere note le sintesi, poi ci siamo convinti che condividere rafforza la comunione”. Il presule chiarisce in un’intervista al Sir anche uno dei passaggi più dibattuti, quello sul tema dell’omosessualità: “Riconoscere non significa approvare moralmente, ma partire dalla realtà della persona; accompagnare vuol dire camminare insieme, senza semplificazioni. È un atteggiamento esigente, ma profondamente evangelico”. Alcuni equivoci – spiega – sono nati anche dalla formulazione su eventuali “giornate di sensibilizzazione”: “Non si tratta dei Pride, ma di iniziative già presenti nel calendario civile, come le giornate contro l’omotransfobia o gli abusi, vissute da alcune diocesi come momenti di preghiera o riflessione”. Guardando al futuro, Castellucci anticipa che l’Assemblea di novembre definirà le prime linee operative, mentre a maggio 2026 la Cei approverà un documento che guiderà i prossimi cinque anni: “Non un testo teorico, ma il frutto di un cammino condiviso”.

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