“Andiamo oltre ogni formalità, ogni banalità, ogni facile slogan e fermiamoci in contemplazione, in silenzio davanti al presepe, la più bella opera d’arte che mai si potè immaginare, per restituire al Natale, al nostro Natale quella carica rivoluzionaria, quella rivoluzione che Dio ha compiuto facendosi come noi”. Lo ha detto il vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Francesco Savino, nell’omelia nel giorno di Natale che quest’anno “ci fa cogliere tutte le contraddizioni, il paradosso, di questo nostro tempo ormai così complesso: Dio ci vuole come Lui e noi scegliamo di essere disumani e violenti”. “Scegliamo ha detto il presule – la follia delle guerre, gli investimenti nelle armi, e li togliamo all’educazione, alla salute, al ripianamento dei debiti economici, ecologici e culturali che stanno rendendo i poveri sempre più poveri. Dio ha scelto da che parte stare e la nascita di Gesù ci mostra la scelta di Dio e ci chiama ad attivare insieme al Messia processi di cambiamento di questa nostra storia. Non arrendiamoci alla follia di chi pensa che le guerre e le armi siano la soluzione ai problemi che la storia, con la sua geopolitica, impone”. Un Natale, quest’anno – ha spiegato mons. Savino – “attraversato dalla gioia della Chiesa intera che inaugura un nuovo e prezioso anno Giubilare ‘Pellegrini di speranza’. Il Santo Padre ha interpretato pienamente i sentimenti delle donne e degli uomini del nostro tempo e propone l’annuncio del Vangelo come fonte di speranza certa per tutti”. La “fonte” della speranza per “le nostre notti, crisi e dolori è il vangelo di Gesù accolto senza riserve: scegliamo in questo Natale di vivere con più audacia, cioè con speranza. Ce lo chiedono i nostri figli, la casa comune, il nostro territorio dilaniato dal cancro della malavita organizzata. Troppe volte noi cristiani siamo i discepoli delle paure represse, accantoniamo la speranza in lontani sogni di gioventù. No, la speranza – ha detto il vescovo cassanese – è il modo di pensare e scegliere di coloro che amano e seguono Gesù nato, crocifisso e risorto”.