Natale: mons. Moraglia (Venezia), “ci dona la vera speranza e sbaraglia la logica e i pregiudizi umani”

Foto Patriarcato Venezia/SIR

Il Natale ci ricorda “che il mondo e l’uomo hanno bisogno di vera novità e originalità e, soprattutto, di una speranza credibile; hanno bisogno di una salvezza che riguarda tutto il loro essere e ogni sua fibra”, e “la speranza che ci può rianimare e rigenerare è quella che ci è donata nel Natale, evento che viene da Dio; sì, è un suo dono, non una nostra invenzione o progettazione che l’uomo mai avrebbe potuto anche solo pensare”. Lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia della messa di Natale presieduta il 25 dicembre nella basilica cattedrale di san Marco. Il Natale, ha spiegato il patriarca, “è l’accadimento che salva il mondo proprio perché non è un fatto ‘mondano’ e – come ci mostra il presepio – ha la forza dirompente di sbaragliare la logica e i pregiudizi umani, anche il pregiudizio del ‘buon senso’ dell’uomo che si dispiega sempre più nel ‘politicamente corretto’ senza che, ormai, ce ne accorgiamo più”. Per Moraglia, invece, il Natale “ci consegna la verità di Dio e, quindi, il vero senso dell’uomo e del nostro convivere”. Di qui un auspicio: “La nostra contemplazione del presepio, in questi giorni, riconsegni il nostro cuore a comprendere la logica di Dio e ci disponga ad accoglierla finalmente nelle nostre vite. Dio ci parla oggi attraverso Suo Figlio, nato in quel modo e in quel contesto”. “Potrà così rinascere la speranza e ognuno di noi potrà vivere quest’Anno giubilare da ‘pellegrino di speranza’, come augura a tutti noi Papa Francesco”, ha concluso il patriarca, “nonostante e anche attraverso i nostri limiti, le nostre fatiche, i nostri peccati – perché oggi è nato per noi il Salvatore del mondo, Gesù, nostra unica speranza”.

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