Infanzia: Save the Children, “istruzione, in contesti di crisi, salva la vita, protegge i bambini dalla violenza”

La denuncia di Save the Children, riguardante la mancata istruzione per milioni di bambini nel mondo, prosegue così: “I passi avanti nella riduzione del numero di bambine e bambini che rimangono esclusi dall’istruzione di base sono bloccati da oltre un decennio a causa di investimenti insufficienti, politiche governative restrittive, conflitti devastanti come quello in Sudan, nei Territori palestinesi occupati e nella Repubblica Democratica del Congo, disastri meteorologici legati al cambiamento climatico e attacchi all’istruzione. Una combinazione di fattori pericolosa che tiene i minori lontani dalla scuola”.
“Circa 103 milioni di bambini, uno su tre, che vivono nei Paesi più violenti e fragili del mondo non vanno a scuola. A troppi bambini viene negato il diritto all’istruzione, poiché le loro scuole sono danneggiate o distrutte da conflitti o disastri meteorologici legati al clima, attacchi all’istruzione o povertà, esacerbata dalla crisi, che impedisce alle famiglie di poter pagare per questi bisogni. Sappiamo che conflitti e crisi aumentano il numero di bambini costretti a matrimoni precoci o al lavoro minorile”, afferma James Cox, responsabile Advocacy e delle politiche per l’istruzione di Save the Children.
“L’istruzione, in contesti di crisi, salva la vita, protegge i bambini dalla violenza, dagli abusi sessuali e di genere, dallo sfruttamento e dal reclutamento in gruppi armati. Fornisce, inoltre, delle conoscenze salvavita, ad esempio su come proteggersi dalle bombe inesplose nei loro quartieri. Genitori e bambini vittime di crisi umanitarie ci dicono ripetutamente che l’istruzione è la loro massima priorità. È tempo che i leader mondiali ascoltino questi bambini e la rendano anche una loro priorità, assicurando che i requisiti di finanziamento per l’istruzione nelle emergenze siano pienamente soddisfatti nel 2025 e approvando e implementando la Dichiarazione sulle scuole sicure (Safe Schools Declaration)”. “Tutte le parti in conflitto devono, inoltre, garantire che le scuole non siano bersaglio di attacchi o utilizzate come basi militari e garantire che i bambini possano accedere a un’istruzione sicura e di qualità, indipendentemente da dove vivono”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi