Nostra Signora di Bonaria: mons. Mokrzycki (Leopoli), “il vostro pellegrinaggio vi renda uomini e donne della pace di Dio”

“Questo viaggio verso la Madre è un appello alla giustizia e al rispetto, alla verità e all’onestà, alla speranza e alla pace. Perché a questo? Perché senza queste qualità e valori, il mondo diventa un rumore turbolento che distrugge la fede, la speranza e l’amore”. Lo ha affermato, stanotte, l’arcivescovo latino di Leopoli (Ucraina), mons. Mieczysław Mokrzycki, nella messa nell’anfiteatro sant’Isidoro di Sinnai, in occasione del tradizionale Pellegrinaggio notturno a piedi da Sinnai a Bonaria per i festeggiamenti in onore di Nostra Signora di Bonaria, patrona massima della Sardegna.
“Non ho bisogno di cercare esempi nella storia per dimostrare che è così, perché li trovo nel presente. Li trovo nel Paese in cui svolgo il mio ministero episcopale, cioè in Ucraina. Lì oggi, l’abbandono dei valori di Dio ha portato alla guerra. Un uomo che ignora il comandamento di Dio – ‘Non uccidere’ – ha causato molte sofferenze e ha portato morte, invalidità e distruzione a milioni di persone. Quest’uomo ha scatenato un vortice di male e pensa che con esso prevarrà, che con esso sconfiggerà la pace. Tuttavia, ciò non accadrà. Lo sappiamo bene, perché crediamo nella Risurrezione, nella vittoria del bene sul male, della vita sulla morte”, ha osservato mons. Mokrzycki.
“In questo cammino di pellegrinaggio, ci gettiamo tra le braccia di Maria e le chiediamo di stare al nostro fianco. Che Ella abbracci con le sue braccia materne tutti coloro che sono afflitti dalla crudeltà della guerra e che questo abbraccio diventi un tocco di pace. Questa è l’intenzione del vostro pellegrinaggio quest’anno. Vi chiedo questa preghiera davanti alla Madre di Bonaria a nome di tutti coloro che sono stati danneggiati dalla guerra, di tutti coloro che piangono la loro sorte e quella degli altri. Vi prego di portare l’Ucraina nelle vostre preghiere, affinché vi giunga la tanto desiderata pace”, ha aggiunto il presule che ha augurato che “questa pellegrina testimonianza di fede diventi un dono per voi e per il mondo”. Innanzitutto, “un dono che rafforzi la vostra fede e una benedizione per voi e per le vostre famiglie. Poi, che sia un dono per la comunità della Chiesa a cui aderite. Poi, che sia uno stimolo alla riflessione per coloro che hanno abbandonato la fede, affinché attraverso la vostra testimonianza vi ritornino. E, infine, sia un dono di pace per quelle parti del mondo dove essa manca, specialmente per l’Ucraina”.
Poi l’auspicio: “Il vostro pellegrinaggio vi renda uomini e donne della pace di Dio, affinché seminiate amore dove c’è odio; il perdono, dove c’è ingiustizia; unità dove c’è divisione; verità dove regna errore; fede dove c’è dubbio; speranza dove c’è disperazione; luce dove c’è oscurità; gioia dove c’è tristezza. Affinché possiate non tanto cercare la consolazione quanto portare la consolazione agli altri; non tanto cercare la comprensione, quanto comprendere; non tanto cercare l’amore, quanto amare; poiché donando – riceverete, perdonando – sarete perdonati, e morendo – rinascerete alla vita eterna”.
L’arcivescovo di Leopoli ha concluso: “Siate oggi per tutti voce di verità, dono di preghiera e segno di speranza, come Maria, la Madre che tutto comprende e abbraccia con il cuore tutti coloro che a Lei ricorrono”.

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