Venerdì Santo in Siria. Mons Jallouf (Aleppo): “Per uscire dal Calvario c’è solo la strada delle convivenza e del perdono”

Sarà una Pasqua “tranquilla” quella che i cristiani siriani si apprestano a vivere domenica 20 aprile, la prima dopo la caduta del regime di Bashar al Assad. A testimoniarlo è il vicario apostolico di Aleppo, padre Hanna Jallouf che al Sir racconta tutta l’attesa per un rinnovamento nel Paese segnato dalla guerra civile scoppiata nel marzo del 2011. "Certamente - ammette mons. Jallouf - non mancano le difficoltà e le criticità in un Paese che deve ricostruirsi e nel quale i cristiani possono dare il loro contributo di dialogo e di convivenza. Sappiamo bene che non si ferma tutto al Calvario, che c’è la Resurrezione e la pace che proviene da Cristo risorto". Anche per la Siria

(Foto AFP/SIR)

“Quella che ci apprestiamo a vivere in Siria sarà una Pasqua tranquilla, dopo anni di guerra e di Calvario. Dopo tanto buio cominciamo a vedere qualche luce. Stiamo vivendo un tempo di cambiamento nel quale il nuovo Governo sta muovendo i suoi primi importanti passi. Per noi cristiani non ci sono difficoltà, anzi il governo ci tiene in grande considerazione come testimonia la scelta del nuovo presidente Ahmed al-Sharaa, di nominare ministro degli Affari sociali e del Lavoro, la cristiana Hind Kabawat (attivista dei diritti umani e strenua oppositrice del regime di Assad, ndr.).

Mons. Hanna Jallouf (Foto Chiese Orientali)

Accogliamo con favore le scelte del Governo di riordinare i vari settori dello Stato, a partire dalle forze di Polizia e di garantire la sicurezza dei cristiani. Nei giorni scorsi il Governo è intervenuto per risolvere con successo la situazione di 100 famiglie cristiane di Banjas che temevano per la loro vita, dopo gli attacchi avvenuti a marzo scorso in diverse città siriane come Tartus, Jabla, Latakia e nei villaggi circostanti nei quali sono rimasti uccisi molti alawiti e anche qualche nostro fedele. Per uscire definitivamente dal Calvario della guerra e della violenza c’è solo la strada di una pacificazione nazionale, della convivenza tra etnie e fedi religiose presenti nel nostro Paese e del perdono. Sottolineiamo il rifiuto di ogni forma di violenza, vendetta e rappresaglia basate su motivi settari e religiosi. È con queste intenzioni che pregheremo per Pasqua. La fede non manca. Sappiamo che il cammino è ancora lungo e irto di ostacoli, così come sappiamo bene anche che non si ferma tutto al Calvario, che c’è la Resurrezione e la pace che proviene da Cristo risorto. La Siria ha bisogno tanto della Sua pace. In questo periodo di Pasqua è forte la speranza che Cristo Signore non ci lascerà”.

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