Il silenzio dei potenti della Terra

“Prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace”: è l’esortazione rivolta ai credenti da Papa Francesco, al termine dell’udienza del 18 ottobre, durante la quale ha rivolto il suo sguardo a quanto sta avvenendo a Gaza dove “le vittime aumentano e la situazione è disperata. Tacciano le armi, si ascolti il grido di pace dei poveri, della gente, dei bambini. La guerra cancella il futuro”. Da qui la decisione di indire una giornata di preghiera, che si svolgerà venerdì prossimo pomeriggio a San Pietro. A sostenere l’appello del Papa è padre Ibrahim Faltas, vicario custodiale della Custodia di Terra Santa che in un commento per il Sir, intitolato “Il silenzio dei potenti della Terra”, punta l’indice contro i Grandi della terra che “parlano, analizzano e consigliano” ma non intervengono per porre fine a questa guerra

(Foto ANSA/SIR)

Ancora morti innocenti, ancora sofferenze del corpo e dell’anima, ancora voci inascoltate. Quando si fermeranno le armi? Chi sta usando l’arma del dialogo e della Pace?

In questi giorni abbiamo visto arrivare e ripartire governanti, leader e personaggi importanti, che analizzano, consigliano, parteggiano ma purtroppo tacciono e non intervengono per porre fine a questa guerra.

È giunto il momento per tutti i potenti, che hanno un ruolo importante, di far cessare il fuoco, di far deporre le armi, di tirare fuori il coraggio di uomini che siano degni dell’importante ruolo che rivestono.

(Foto Vatican Media/SIR)

Purtroppo le nostre speranze sono state deluse perché non abbiamo sentito voci che chiedono il rispetto della vita umana, non abbiamo sentito implorare con forza la pace. Solo da Papa Francesco abbiamo udito parole forti, equilibrate e portatrici di verità. Perché i suoi appelli non ricevono ancora una risposta concreta? Perché il suo affermare con forza che la guerra è una sconfitta per l’umanità non spinge a comprendere che bisogna bloccare questa spirale di violenza?

Sono certo che, se potesse, Papa Francesco verrebbe di persona a parlare ai cuori dei governanti, verrebbe a fermare le mani armate, verrebbe a portare una carezza ai bambini oltraggiati e indifesi. Noi, uomini di buona volontà, abbiamo solo il potere di parole e di azioni in difesa della vita.

Tutti avremo sulla coscienza e dovremo rispondere a Dio e alla Storia di tanti innocenti morti, perché non siamo stati capaci di difendere il bene prezioso di ogni singola vita umana.

Sono arrivati in questi giorni in Terra Santa molti giornalisti e televisioni a documentare la brutalità della guerra. Anche i media possono fare molto in questo momento storico. La comunicazione è fondamentale: vogliamo un’informazione corretta, che non dia notizie non verificate che poi diventano strumenti di incitamento all’odio. Ciò è dannoso e non aiuta a salvare vite umane.

L’obiettivo primario per tutti deve essere solo di fermare questa guerra,

per il bene dell’umanità intera, la coscienza di ognuno si risvegli per porre fine a questa disumanità che sta colpendo tante vite, e che rischia di coinvolgere il mondo.

Facciamoci tutti strumenti di Pace perché non vogliamo la guerra.

 

(*) vicario custodiale della Custodia di Terra Santa

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