L’India conta i morti mentre i crematori lavorano 24 ore su 24. Nasce la “Samaritan Force”

Il racconto dal Kerala di padre Thomas Tharayil, segretario generale del Consiglio episcopale regionale. “Si ha difficoltà a seppellire o cremare i morti con riti dignitosi. Nel Nord dell'India molti crematori lavorano 24 ore su 24, ma non riescono a cremare i corpi in un giorno. In alcuni posti, si possono addirittura vedere lunghe file di cadaveri allineati a terra in attesa di essere seppelliti o cremati”. Le morti inaspettate hanno piegato nel dolore molte famiglie. “I bambini hanno perso i genitori, i genitori hanno perso i figli, i coniugi hanno perso la loro metà, molti hanno perso amici e parenti, anche molti sacerdoti e religiosi hanno ceduto alla pandemia”. Nasce la “Samaritan Force”, squadre di volontari che si assumono la responsabilità di fornire una degna sepoltura ai corpi delle persone morte di Covid-19

(Foto ANSA/SIR)

18 milioni di persone colpite dal Covid ed un bilancio ufficiale di 202.503 morti al 28 aprile. “In India, la situazione è estremamente grave. Praticamente ogni Stato del Paese è colpito drasticamente da questa seconda ondata. I più colpiti sono gli Stati del Nord mentre negli Stati meridionali, la pandemia è relativamente sotto controllo. Il Test Positivity Rate (TPR) è superiore al 20%, arriva anche fino al 30% in alcune regioni, il che è estremamente allarmante”. Parte dalle cifre padre Thomas Tharayil, segretario generale del Consiglio episcopale regionale del Kerala per descrivere al Sir la situazione drammatica di questa seconda ondata dell’epidemia che ha colpito il Paese. “A livello nazionale, il bilancio delle vittime ha superato le migliaia al giorno. Il tasso di mortalità sta aumentando considerevolmente nella maggior parte degli Stati”.

Padre Thomas, stiamo leggendo che oltre all’emergenza Covid, l’India ha difficoltà a gestire i morti. E’ vero?

Si ha difficoltà a seppellire o cremare i morti con riti dignitosi.Nel Nord dell’India molti crematori lavorano 24 ore su 24, ma non riescono a cremare i corpi delle persone morte di Covid-19 in un giorno. In alcuni posti, si possono addirittura vedere lunghe file di cadaveri allineati a terra in attesa di essere seppelliti o cremati. Nelle zone più interne non si hanno ambulanze o veicoli per trasportare i morti dagli ospedali o dalle case al luogo di sepoltura e si è quindi obbligati ad accumulare i corpi in un unico veicolo per il trasporto. Un’altra triste realtà in questa seconda ondata è la morte dei più giovani. Molte morti sono inaspettate e improvvise. La maggior parte degli ospedali sono pieni di pazienti Covid e hanno interrotto l’assunzione di nuovi pazienti per mancanza di posti letto e ventilatori in terapia intensiva. La Tv sta mostrando le immagini di persone che corrono da un ospedale all’altro in cerca di un letto. Il personale sanitario è oberato di lavoro, continuo per molti turni. Anche molti di loro hanno contratto il Covid e purtroppo sono anche morti.

A questa rapida diffusione del virus è subentrata poi l’emergenza ossigeno.

Sì. Nella parte settentrionale del Paese, compresa la capitale Delhi, quasi tutti gli ospedali devono affrontare una grave carenza di ossigeno medico. Le persone sono morte fuori dagli ospedali in attesa di ossigeno. È straziante vedere pazienti soffocare e parenti che corrono freneticamente da un posto all’altro in cerca di aiuto. C’è chi porta le bombole di ossigeno vuote alle stazioni di rifornimento e aspetta lì lunghe ore per riempirle. Le morti inaspettate hanno piegato nel dolore molte famiglie. I bambini hanno perso i genitori, i genitori hanno perso i figli, i coniugi hanno perso la loro metà, molti hanno perso amici e parenti, anche molti sacerdoti e religiosi hanno ceduto alla pandemia.

Quali sono ora le emergenze più critiche?

Le emergenze sono soprattutto due: medica e sociale. Molti ospedali sono stati convertiti interamente o in gran parte in ospedali solo Covid. Quindi i pazienti non Covid non ricevono cure mediche. Preoccupa anche l’impatto sociale dell’epidemia. La crisi finanziaria è enorme. Molte persone, specialmente le fasce povere e più deboli della società, hanno difficoltà anche a mettere il cibo ogni giorno in tavola. Molti hanno perso il lavoro. Coloro che escono dal Covid continuano a soffrire di effetti collaterali come affaticamento, problemi legati al sangue, problemi respiratori, ecc. Le scuole e le università non funzionano correttamente da più di un anno.

Quali sono le ragioni che hanno scatenato questa seconda ondata del virus?

C’è sicuramente una ragione naturale legata alla mutazione che è avvenuta nel virus. Si dice che il virus in questa seconda ondata si diffonda più rapidamente e sia più pericoloso. C’è stata poi una ragione più psicologica. Dopo la prima fase della pandemia, le persone hanno iniziato a diventare meno attente e hanno ripreso tutte le loro attività. Un’altra causa potrebbe essere legata anche alle campagne elettorali promosse dai partiti politici in vista delle elezioni in diversi Stati dell’India. Migliaia di persone si sono radunate senza purtroppo seguire i protocolli anti-Covid.

Avete un piano di vaccinazione?

L’India è uno dei maggiori produttori di vaccini nelle due versioni Covaccine e Covishield che vengono persino esportati in diversi paesi. E sia nella prima che nella seconda fase il governo ha stabilito un piano di vaccinazione. Detto questo, la situazione reale è che la vaccinazione si è scontrata con la mancanza di somministrazioni. Quando la seconda ondata di Covid ha colpito il Paese, le persone hanno cominciato a correre verso i centri di vaccinazione mettendo in tilt tutto il sistema. Un altro problema è che sebbene il governo indiano avesse promesso all’inizio che il vaccino sarebbe stato somministrato gratuitamente a tutti nel paese attraverso i sistemi sanitari pubblici, in seguito ha cambiato posizione. Ora si dice che il vaccino gratuito sia solo per il personale sanitario e il personale di servizio. In questo modo per le masse più povere è praticamente impossibile avvalersi del vaccino.

Cosa stanno facendo le Chiese?

Sono state attivamente coinvolte nell’aiutare le persone in ogni modo possibile. All’inizio nessuno sapeva cosa fare.  Poi i dipartimenti dei servizi sociali delle diocesi e le Caritas diocesane hanno messo in atto programmi diversi. Uno dei più importanti è stata la formazione di squadre di volontariato denominate “Samaritan Force”. Si sono assunti la responsabilità di fornire una degna sepoltura ai corpi delle persone morte di Covid. I protocolli non permettono a nessuno di avvicinarsi al corpo di un paziente malato di virus e nessuno osava assumersi la responsabilità. Le chiese si sono fatte avanti con i “Gruppi Samaritani” per aiutare queste persone, indipendentemente dalla casta, dal colore o dal credo. Un’altra importante area di supporto è stata la fornitura di maschere disinfettante a tutti coloro che ne avevano bisogno e l’approvvigionamento di cibo, provviste e medicini a tutti coloro che ne hanno bisogno, come quelli in quarantena, gli anziani e le tante persone che hanno perso il lavoro.

 

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