Tour “Immischiati” in piazza: solidarietà e fede per cambiare la società. De Palo: “Siamo tutti connessi e responsabili”

Il format “Immischiati”, ideato da Gigi De Palo, porta in piazza la Dottrina sociale della Chiesa. A Bari protagoniste le testimonianze di chi vive la solidarietà ogni giorno. Dall’accoglienza ai migranti alle imprese sociali, fino al racconto della campionessa paralimpica Vittoria Bianco

Uscire dalla comfort zone, “darsi in pasto” per provare a cambiare le cose. Dopo oltre due anni di formazione, “Immischiati”, format ideato dal presidente della Fondazione per la Natalità, Gianluigi De Palo, scende in piazza con un tour nelle città italiane per raccontare in modo innovativo e coinvolgente i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa. Partito da Verona con il tema della persona e passando poi per Bologna, con un focus sul bene comune, e per Milano con la sussidiarietà, prima di concludersi a Roma, dove si parlerà di partecipazione, ha fatto ieri sera tappa, con la solidarietà, non a caso a Bari, in piazza del Ferrarese. “Nel primo articolo dello statuto comunale c’è scritto che la nostra città è una comunità aperta – ha infatti sottolineato il sindaco Vito Leccese. Bari ha il gene dell’ospitalità e della solidarietà, valori consegnatici dal nostro santo patrono, Nicola”, ha aggiunto il primo cittadino, ricordando la “grandissima accoglienza” mostrata dal capoluogo pugliese e dall’allora sindaco Enrico Dalfino quando, l’8 agosto 1991, a bordo della nave mercantile Vlora, arrivarono nel porto di Bari 20mila migranti albanesi fuggiti dalla dittatura di Enver Hoxha. “Nessuno si salva da solo – ha ribadito al Sir Gigi De Palo – Non siamo monadi, siamo esseri relazionali. Siamo connessi, siamo un’unica famiglia umana. Se stanno male a Gaza o a Kiev, sto male anche io. Non possiamo addormentarci la notte facendo finta di nulla. Tutto ciò ci spinge a impegnarci e a immischiarci anche in situazioni che pensiamo lontane da noi. La solidarietà non è legata alla carità ma alla consapevolezza di quanto si è ricevuto. Solidarietà – ha precisato – significa essere debitori e creditori al tempo stesso. È un po’ una postura, è stare con le persone e nelle cose”.

Testimonianze di solidarietà. “Siamo fatti per essere una cosa sola pur nella diversità – ha dichiarato ancora l’arcivescovo di Bari, Giuseppe Satriano – ricordando la sua esperienza fidei donum in Kenya in cui “si riceve più di quello che si dà. In quel contesto ti ritrovi immischiato in qualcosa che non è tuo. Ho fatto il fabbro, il falegname e persino la levatrice. Arriva un momento in cui l’altro ti chiama dentro e ti dice che c’è posto anche per te. Sono grato per tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno insegnato il Vangelo anche se non lo conoscevano. Soltanto se ti immischi riacquisti la gioia di vivere. Solidarietà è l’oltre dove posso trovare la realizzazione di me stesso”. Ha parlato, ancora, di solidarietà Eva Crosetta, conduttrice tv, che “per ritrovarsi ha dovuto toccare la fragilità di altre persone durante le settimane trascorse presso la comunità Amore e Libertà di don Matteo Gallone a Kinshasa”, Giuseppe Savino, contadino foggiano e fondatore di Vazapp, che, con il suo progetto di arte, cultura e agricoltura, ha pensato di “fare qualcosa non per gli altri ma con gli altri”, Federico Stefani, fondatore della start up trentina Vaia, convinto che “si possa fare impresa coinvolgendo il territorio e la comunità” e Michele Tataranni, presidente della cooperativa InConTra di Bari che, in sinergia con le istituzioni laiche, parrocchie e Caritas, assiste più di 1.000 famiglie e diversi senza fissa dimora.

Il coraggio di nuotare di nuovo. C’è poi la solidarietà “fatta di sguardi che non giudicano ma che incoraggiano”, ha raccontato la nuotatrice paralimpica pugliese Vittoria Bianco, che, dopo aver combattuto contro un tumore nel 2018, ha preso la difficile decisione di amputare la gamba destra. “La solidarietà è esserci, è restare, offrire il proprio tempo anche quando non si hanno le giuste parole. Così mi sono ributtata in acqua e ho realizzato molto più di quel che sognavo grazie a gesti e parole che mi hanno incoraggiata”. Nel 2021 Vittoria ha esordito agli Europei di Madeira, conquistando un oro e un bronzo e stabilendo un record italiano. Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, poi, ha vinto l’oro nella staffetta 4×100 stile libero e nel 2024 ha conquistato il bronzo nei 400m stile libero, la sua prima medaglia individuale paralimpica. “La mia esperienza mi ha insegnato che bisogna mettersi in gioco e immischiarsi, anche se non si è certi al cento per cento di quello che si sta facendo. Quando ti viene fatto del bene, quel conforto ti rimane dentro”. Ma non solo. “La solidarietà è contagiosa e inconsapevole. Spesso mi ritrovo a parlare nelle scuole e molti giovani fanno scelte coraggiose prendendomi come esempio. Bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo per raggiungere gli obiettivi”.

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