Povertà. Russo (portavoce Alleanza): “Il tema diventi centrale nella politica italiana”

Sono 8 le proposte che l’Alleanza contro la povertà, con le 30 organizzazioni che ne fanno parte, presenterà giovedì 14 settembre, in Senato, per modificare la legge 85/2023. L’Italia si trova all’inizio di una fase nuova, quella che segue la sospensione dell’erogazione del Reddito di cittadinanza per circa 160mila famiglie italiane e l’introduzione dell’Assegno di inclusione. Nell’evidenziare che le ricadute “già si stanno registrando sui diversi territori”, verrà ribadita la necessità di “una misura universale, che sia rivolta in favore di tutti quei nuclei familiari che si trovano in una difficile condizione economica, indipendentemente dall’età dei loro componenti”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Il tema della povertà diventi centrale rispetto alla politica italiana e non rimanga periferico. Si tratta di un problema strutturale e con 6 milioni di persone sotto la soglia di povertà assoluta e qualche milione che è molto in bilico, cioè che è fermo sulla linea di confine tra povertà assoluta e povertà relativa, purtroppo non ci possiamo consentire di distrarci”. È l’auspicio espresso da Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà in Italia, anticipando al Sir i contenuti dell’incontro “Dal Reddito di cittadinanza alle nuove misure (legge 85/2023): le proposte dell’Alleanza contro la povertà” in programma giovedì 13 settembre, a Roma, in Senato.

“Grazie all’esperienza delle organizzazioni aderenti, che sul territorio hanno la possibilità di guardare in faccia quello che accade veramente nella vita delle persone,
la sensazione è che chi vive in una situazione di povertà relativa potrebbe scendere verso il basso, potrebbe cioè crollare verso quell’area della povertà assolutaandando ad incrementare una contabilità negativa”, spiega Russo, motivando la necessità di modificare la legge 85/2023, quella con la quale – di fatto – è stato archiviato il Reddito di cittadinanza. La legge, spiega, “introduce un vincolo che agisce sull’universalismo dell’intera misura”. “Per noi, come dicemmo 10 anni fa alla nascita dell’Alleanza contro la povertà, resta valido il fatto che

i poveri non possono essere divisi per categorie.

Le fragilità sociali aumentano anche a seguito della situazione economica, di un’inflazione che purtroppo come sappiamo è ancora alta, del costo della vita sempre più elevato”. La fotografia della situazione è nitida: “Ci sono famiglie che non ce la fanno; e non si tratta soltanto di famiglie costituite da persone che non hanno il lavoro. Ci troviamo di fronte a situazioni in cui anche famiglie nelle quali lavora il capo famiglia o almeno una delle due persone oggi in qualche modo sono in difficoltà; e oltre ai cosiddetti ‘working poor’ ci sono altre tipologie”. Per Russo, “non si può dire, per esempio, fino a 18 anni si è in una situazione e dai 18 anni e un giorno non lo si è più; non si può dire che se hai perso il lavoro a cinquant’anni non devi avere diritto ad un reddito”. “In quasi tutti gli Stati europei – argomenta – lo Stato si fa carico di chi non ce la fa attraverso un reddito minimo. Questo processo, che si è avviato con legge 85, in qualche modo mette in dubbio questo vincolo fondamentale che secondo noi oltretutto è iscritto nella Costituzione repubblicana”. In sostanza l’obiettivo principale dell’azione dell’Alleanza contro la povertà “è il ritorno a una misura universale, che sia rivolta in favore di tutti quei nuclei familiari che si trovano in una difficile condizione economica, indipendentemente dall’età dei loro componenti”.

Nel corso dell’incontro di giovedì, al quale interverranno lo stesso Russo e Lorenzo Lusignoli, l’Alleanza contro la povertà dettaglierà le 8 proposte di modifica della legge 85/2023, già anticipate in sintesi. La prima è quella di “Reintrodurre la soglia reddituale di accesso differenziata per coloro che sono in locazione a 9.360 euro”; misura che – viene spiegato – “comporterebbe un costo annuale aggiuntivo piuttosto contenuto, a fronte di un aumento della platea degli aventi diritto comunque significativo”. Viene poi chiesto di “Allentare il vincolo di residenza per gli stranieri da 5 a 2 anni”; così facendo, stando ad una prima simulazione, si potrebbe registrarsi “un incremento delle famiglie beneficiarie, a fronte di un costo piuttosto contenuto”. L’Alleanza ribadisce poi la necessità di “Rivedere la scala di equivalenza”, proponendo “che ogni maggiorenne senza carichi di cura abbia un peso pari allo 0,25 e che contestualmente il tetto massimo della scala di equivalenza possa eventualmente essere innalzato”. Per evitare che il valore dell’Assegno d’inclusione venga in futuro progressivamente eroso dalla crescita dei prezzi, l’Alleanza chiede di “Indicizzare soglia reddituale e sostegno all’affitto” annualmente, sulla base dell’inflazione registrata a fine anno a partire dal gennaio 2025. Un’altra proposta avanzata è quella di “Ridefinire l’offerta congrua”: bisognerebbe “vincolare la condizione di ‘occupabilità’ all’analisi multidisciplinare dei bisogni e delle competenze, da effettuare ex-ante”. Inoltre, viene chiesto che “l’offerta congrua sia definita analogamente a quella prevista per percettori di Naspi”. Si dovrebbe intervenire poi per “Migliorare la cumulabilità reddito-lavoro” con “la riduzione al 60% dell’aliquota marginale effettiva sul reddito da lavoro, per permettere un’integrazione graduale del reddito minimo con quest’ultimo, fino ad una soglia reddituale stabilita e aggiornata periodicamente, come nel modello francese”. Secondo l’Alleanza sono necessarie “Più risorse umane e finanziarie ai Comuni”, affinché possano “svolgere un vero e proprio ruolo di regia e a tal fine vanno rafforzati” prevedendo anche nuove risorse umane, “in deroga ai vincoli assunzionali”. Infine, serve “Garantire la volontarietà della partecipazione ai Puc”, i Progetti di pubblica utilità, “secondo una logica basata sulla conquista della consapevolezza di sé e capacitazione dei soggetti più fragili”. E, per facilitare l’adesione a tali percorsi, secondo l’Alleanza “occorre che i Comuni, anche con il supporto degli Ets, siano messi nelle condizioni di ampliare quanto possibile la offerta”.

“Riteniamo siano proposte ragionevoli”, commenta Russo, “sostenute anche da una quantificazione delle risorse aggiuntive richieste”. “Non abbiamo fatto una proposta disarticolata rispetto, per esempio, dalla Legge di bilancio”, aggiunge il portavoce dell’Alleanza:

“Chiediamo al Governo, al Parlamento e alle forze politiche di aprire un tavolo di confronto, sereno, tranquillo; non ideologico, perché non c’è bisogno e perché il problema dei poveri è il problema di tutti, non certo di una parte politica”.

“Speriamo – conclude Russo – che si possa aprire un terreno, uno spazio che renda possibile, in qualche modo, una condivisione”.

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