Alluvione nelle Marche: la Caritas di Gubbio apre un centro di ascolto per intercettare i bisogni della gente

L’amministrazione comunale della cittadina marchigiana ha censito 48 movimenti franosi su una superficie di 84 chilometri quadrati, un territorio vasto e già fragile dal punto di vista idrogeologico. Le attività artigianali compromesse dall’alluvione sono 22, alcune delle quali con una capacità produttiva del tutto azzerata. Altre 28 attività d’impresa - come bar, ristoranti, negozi e uffici - sono state distrutte. E, allo stesso modo, le sedi di sei associazioni ricreative e culturali cantianesi

(Foto Lorenzo Mattei)

A due settimane dalle piogge straordinarie che hanno provocato alluvioni e allagamenti, la comunità di Cantiano traccia un primo bilancio dei danni. L’amministrazione comunale della cittadina marchigiana ha censito 48 movimenti franosi su una superficie di 84 chilometri quadrati, un territorio vasto e già fragile dal punto di vista idrogeologico. Le attività artigianali compromesse dall’alluvione sono 22, alcune delle quali con una capacità produttiva del tutto azzerata. Altre 28 attività d’impresa – come bar, ristoranti, negozi e uffici – sono state distrutte. E, allo stesso modo, le sedi di sei associazioni ricreative e culturali cantianesi. A illustrare questo scenario è il primo cittadino di Cantiano.
“È la fotografia, in sintesi – spiega il sindaco Alessandro Piccini – di una situazione indiscutibilmente complessa e grave, che andrà inoltre continuamente monitorata, anche e soprattutto per salvaguardare l’incolumità dei cittadini che abitano e vivono questo territorio”. Secondo Piccini, dati alla mano, il quadro dei danni al patrimonio pubblico, privato, imprenditoriale, sociale e umano nelle aree interne del Catria è di una gravità unica. E la stagione autunnale appena iniziata e quella invernale alle porte potrebbero peggiorare ulteriormente una situazione già delicata e precaria.
“Per questo – aggiunge il Sindaco di Cantiano, lanciando un appello – ci aspettiamo un adeguato interessamento da parte di tutte le istituzioni, perché un territorio così compromesso, con situazioni di rischio e infrastrutture annientate dalla furia dell’alluvione, merita risorse adeguate e immediate da mettere in campo prima possibile”.

Anche il secondo fine settimana, dopo quel drammatico 15 settembre, ha portato tanti volontari a Cantiano, borgo che – pur essendo in territorio pesarese – fa parte della diocesi umbra di Gubbio. Ancora una volta, gruppi di giovani e meno giovani sono arrivati proprio dall’altro versante dell’Appennino.

(Foto Lorenzo Mattei)

“Dopo i primi giorni – ci racconta il parroco, don Marco Cardoni – sono entrati in azione la Protezione civile, i Vigili del fuoco, autospurghi e altri mezzi pesanti. La gran parte del lavoro di ripulitura è stata fatta nell’arco della prima settimana. Ora siamo alle rifiniture con le idropulitrici nei locali, anche se ci sono ancora dei luoghi abbastanza messi male, soprattutto di privati cittadini”.

Dopo giorni e giorni di lavoro, aiutato proprio da tanti volontari e da personale inviato dalla diocesi di Gubbio, don Marco è riuscito a ripulire le chiese cantianesi. I danni a mobili e arredi sono molto ingenti, ma il suo pensiero va soprattutto alle aziende messe in ginocchio dalla calamità naturale.
“Il danno più rilevante – ci dice – è quello ai macchinari di alcune attività lavorative che non sanno quando potranno riprendere la produzione e, in alcuni casi, nemmeno se la riprenderanno, perché le attrezzature sono da buttare. La gente si chiede se ce la faremo, noi cerchiamo di dare coraggio e di portare avanti tutto quello che c’è da fare”.
Intanto, comincia a farsi vedere qualche timido segnale di ripresa della quotidianità nel centro storico della cittadina marchigiana. L’edicola del borgo riapre oggi, anche se le mura di pietra sono ancora umide per tutta l’acqua entrata nel locale. E presto dovrebbe tornare in attività anche l’unica farmacia di Cantiano, in locali provvisori. Nel frattempo, è arrivato anche un mezzo mobile con un team di psicologi per affiancare le persone più fragili e in difficoltà.

“In questi ultimi giorni – dice ancora don Marco – si respira un po’, dopo l’affanno dell’emergenza iniziale, quindi siamo tutti più lucidi anche nel fare interventi mirati: chi è rimasto senza auto, chi senza legna o altro riscaldamento per la casa. La preoccupazione più grande, ora, è il futuro immediato con l’arrivo dell’inverno”.

Anche per questo, la Caritas diocesana di Gubbio sta progettando con il parroco l’apertura di un centro di ascolto per intercettare i bisogni della gente. Intanto, sono due le iniziative in campo per domenica 2 ottobre.
La prima è la Giornata della solidarietà tra le comunità parrocchiali della diocesi eugubina. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha invitato a realizzare una raccolta di offerte, durante le messe domenicali, per tutte quelle comunità del territorio diocesano che sono state colpite dal tragico evento dell’alluvione. Un segno concreto di vicinanza e condivisione fra le parrocchie della Chiesa locale.
Sempre per il 2 ottobre, il gruppo scout Masci 1 di Gubbio ha organizzato la celebrazione di una messa a Cantiano, che sarà presieduta dal vescovo Luciano. Una liturgia che si svolgerà al parco della Rimembranza alle ore 16.30 e che prende spunto dal tema “Ascolta la voce del Creato”, lanciato dai promotori del Tempo del Creato che va dal primo settembre al 4 ottobre. Anche in questo caso, le offerte raccolte saranno destinate alla parrocchia cantianese.

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