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Covid-19. Ciccozzi (Campus Bio medico): “La ricombinante Xe non è preoccupante”

Non basta dire che è stata individuata una nuova forma di Sars-Cov2 per lanciare l’allarme. Massimo Ciccozzi, responsabile di Statistica medica e epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, spiega come non sia possibile ancora dire quanto sia contagiosa vista l’assenza di evidenze scientifiche. La sua comparsa non dovrebbe preoccupare perché, come sostiene, è “la normale evoluzione del virus”

(Foto ANSA/SIR)

Non basta dire che è stata individuata una nuova forma di Sars-Cov2 per lanciare l’allarme. Nel Regno Unito è stata infatti identificata una ricombinante, nominata in seguito Xe dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Al Sir, il professor Massimo Ciccozzi, responsabile di Statistica medica e epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, spiega come non sia possibile ancora dire quanto sia contagiosa vista l’assenza di evidenze scientifiche. La sua comparsa non dovrebbe preoccupare perché, come sottolinea il docente, è “la normale evoluzione del virus”.

Professore, è corretto chiamare Xe come nuova variante?
No. La variante è una mutazione di un virus mentre Xe è una forma ricombinante del virus. Il virus una volta che si moltiplica subisce una o più mutazione che lo rendono diverso da quello originario. Una ricombinante vede due virus che appartengono allo stesso ceppo. In altre parole, quando due varianti dello stesso virus si fondono in un ibrido si parla di ricombinazione.

È vero che Xe è più contagiosa?
Non ci sono ancora abbastanza dati scientifici per dirlo. Appena avremo i dati potremo parlarne. Sulla rivista Journal infection il nostro gruppo di ricerca del Campus Bio medico sui potenziali di membrana di Omicron 1 e 2 e abbiamo visto che la contagiosità è la stessa. Molto probabilmente anche Xe avrà la stessa contagiosità. Il virus si evolve così: contagia tanto e non uccide.

Però è stato già detto che il booster sarà efficace.

L’efficacia si può supporre perché come abbiamo detto è un ibrido della forma 1 e 2 di cui conosciamo i dati.

È presente in Italia?
Non lo sappiamo ancora perché non facciamo abbastanza sequenziamento mentre in Inghilterra dove è stata individuata c’è un consorzio dedicato.

I sintomi sono gli stessi di Omicron?
In base ai primi dati sembra che i sintomi siano simili a quelli del raffreddore e non sono stati elencati di nuovi.

C’è da preoccuparsi secondo lei per la circolazione di Xe?

No. Quello che stiamo vedendo è la normale evoluzione del virus.

È preoccupante però il numero quotidiano in Italia di vittime per Covid-19?
Sì. Ma non facendo il sequenziamento sui tamponi delle vittime non sappiamo quale variante li abbia colpiti. Non sappiamo per esempio se ad infettarli è stata la variante Delta.

Parlando delle nuove disposizioni, a maggio toglieremo la mascherina al chiuso. È d’accordo?
Con questi numeri dei contagi giornalieri non lo consiglierei. Il virus ha due scopi: infettare e moltiplicarsi all’infinito. Continuerà quindi a farlo. Diventerà un Coronavirus umano e non ci preoccuperà più.

In finale, la quarta dose ad autunno sarà necessaria?
Sì per le persone fragili e gli ultrasessantacinquenni che potrebbero avere problemi anche con una sintomatologia da ‘influenza light’.

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