Mattarella a Vo’ Euganeo richiama tutti alla responsabilità: “Ripartenza occasione per compiere un salto di qualità”

Nel memorabile discorso a Vo’ Euganeo, il capo dello Stato ha individuato nella scuola il paradigma del Paese nella sua interezza. “La riapertura delle scuole esprime la piena ripresa dell'Italia”, ha detto tra l’altro, “ha il valore e il significato di una ripartenza dell'intera società”.  È “una prova per la Repubblica, per tutti, nessuno escluso”, ha ribadito con una formula efficace e non priva di solennità. Non appare quindi una forzatura cercare di cogliere nelle sue parole anche un messaggio al mondo politico che vive ore di fibrillazione in attesa della tornata elettorale del 20 e 21 settembre

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Nel memorabile discorso a Vo’ Euganeo, il capo dello Stato ha individuato nella scuola il paradigma del Paese nella sua interezza. “La riapertura delle scuole esprime la piena ripresa dell’Italia”, ha detto tra l’altro, “ha il valore e il significato di una ripartenza dell’intera società”. È “una prova per la Repubblica, per tutti, nessuno escluso”, ha ribadito con una formula efficace e non priva di solennità. Non appare quindi una forzatura cercare di cogliere nelle sue parole anche un messaggio al mondo politico che vive ore di fibrillazione in attesa della tornata elettorale del 20 e 21 settembre. Del resto, è tutta l’estate che il presidente della Repubblica non perde occasione, formale e informale, per incalzare i vari soggetti in campo, istituzionali e politici, su quelle che considera le priorità del Paese: la riapertura delle scuole, appunto, e le scelte da compiere per valorizzare al meglio la storica occasione del piano europeo di finanziamenti. Due elementi che hanno un legame profondo, se il piano europeo è stato intitolato proprio Next Generation, la “prossima generazione”. Lo stesso Mattarella ha evidenziato nel discorso di Vo’ che la nostra partecipazione al programma della Ue “è una straordinaria opportunità che non possiamo perdere. Un’occasione anche per un vero rilancio della scuola italiana”.

Nel suo intervento – tenuto in uno dei luoghi-simbolo della lotta italiana al Covid – il capo dello Stato ha affrontato con grande precisione e realismo i nodi relativi all’impatto che la pandemia ha avuto sull’attività scolastica e alla complessa e faticosa ripartenza, con un’attenzione speciale per le situazioni di marginalità e i rischi di esclusione. Ma ha anche avvertito di non scaricare sul virus e sull’attuale gestione governativa e ministeriale tutte le difficoltà del presente, in cui peraltro si dibattono anche gli altri Paesi europei. “L’emergenza sanitaria ha posto in evidenza problemi e fragilità per troppo tempo trascurati”, ha rilevato, e questo “vale per il nostro sistema di istruzione come per tanti altri settori”. “La ripartenza del Paese – ha aggiunto – ci offre però anche un’occasione per compiere un salto di qualità”.

Ecco la grande sfida che la politica si trova di fronte e che, quali che siano i risultati delle urne, andrà affrontata all’indomani del voto. Senza ulteriori indugi, da un lato, e senza strumentalizzazioni polemiche, dall’altro. Si vota per confermare o respingere una legge costituzionale, per eleggere presidenti e di Regione e sindaci. Non per eleggere un nuovo Parlamento e cambiare governo.

Come nella riapertura delle scuole “ciascuno ha una parte da svolgere di sua competenza”, così questo è il tempo in cui

ogni soggetto politico è chiamato a fare fino in fondo la propria parte

in una dialettica responsabile tra maggioranza e opposizione. Tenendo sempre presente che i pur legittimi interessi di parte non possono prevalere sul bene comune e che esistono impegni, come il sostegno alla scuola, su cui “un Paese non può dividersi”.

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