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Navalny, sui funerali l’ombra della repressione. “Se vieni arrestato telefona a…”

Venerdì 1 marzo è il giorno designato per il funerale del dissidente russo ucciso in carcere - ormai è convinzione diffusa - dal regime di Putin. I social dell'opposizione mettono in guardia dal possibile pugno di ferro del Cremlino. Ma si diffonde anche la voglia di libertà. Mentre la vedova, Yulia Navalnaya, con la sua famiglia, raccoglie il testimone dell'impegno di Alexei

(Foto AFP/SIR)

Troverà finalmente pace il corpo di Alexei Navalny: se non saranno posti altri ostacoli, i funerali si celebreranno domani, 1° marzo, alle ore 14.00 nella chiesa dell’icona della Madre di Dio “Lenisci i miei dolori”. La Chiesa è nel rione Maryino, nel sud-est di Mosca, dove l’oppositore politico, ucciso il 16 febbraio scorso, aveva vissuto. Poi sarà sepolto nel cimitero di Borisov. La famiglia voleva salutarlo oggi, 29 febbraio, ma non è stato possibile: “non c’era nessuno disposto a scavare una fossa”, si racconta ironicamente sui canali social “dissidenti”, perché oggi è il giorno in cui Vladimir Putin deve rivolgere il proprio discorso all’assemblea federale.

La notizia dei funerali, attesa da giorni, si è diffusa a macchia d’olio, in Russia e oltre confine. E sui tanti canali Telegram dell’opposizione, che ormai tutti conosciamo – Novaja Gazeta, Meduza, Ovd-Info, Exo, Radio Svaboda – la notizia dei funerali è accompagnata da un raggelante avviso: “se succede qualcosa e vieni arrestato, scrivi o chiama…”, con alcuni recapiti telefonici. Se solo deporre un fiore, dopo la morte di Navalny, è costato un fermo a 400 persone, partecipare ai funerali dell’oppositore politico sarà un atto di coraggio. Lo ha affermato anche la vedova del dissidente, Yulia Navalnaya, nel discorso rivolto il 28 febbraio al Parlamento europeo di Strasburgo.

In realtà non si contano più gli atti di coraggio, di cui i canali citati non smettono di dare notizie ormai da mesi e da anni.Lo fanno mostrando i volti e raccontando le storie di persone ordinarie che si ribellano. O che forse solo esprimono un pensiero oggi scomodo nella Federazione. Una delle ultime, è Daria Kozyreva, 18 anni, primo anno di medicina a San Pietroburgo. Con il suo viso coperto dai brufoli che raccontano quell’età piena di vitalità e di sogni, rischia 5 anni di reclusione per “ripetuto discredito dell’esercito russo”. È stata arrestata il 24 febbraio, e sarà in un centro di custodia cautelare fino al 25 aprile, per la durata delle indagini preliminari. Denunciata il 15 dicembre scorso, è stata arrestata davanti al monumento al poeta Taras Shevchenko, con in mano la poesia “Il testamento” del poeta ucraino, che dice: “Seppellitemi e ribellatevi, spezzate le catene, e del sangue dei nemici impuro irrorate la libertà”.

Sempre più difficile sognare la libertà anche per gli altri oppositori politici, come Vladimir Kara Murza. L’attività, politico e regista russo è rinchiuso nella colonia penale Ik-7 di Oms, condannato a 25 anni per spionaggio e notizie false sulle forze armate. Potrebbe essere il prossimo oppositore a venire sacrificato da Putin, dopo Navalny, Anna Politovskaya, Boris Nemtsov, di cui il 27 febbraio scorso è stato il nono anniversario dall’assassinio. E per ironia delle coincidenze, quel giorno un tribunale di Mosca ha condannato a due anni e mezzo di carcere Oleg Orlov, un attivista per i diritti umani, per ripetuto discredito delle forze armate. “Se cediamo allo sconforto e alla disperazione, questo è esattamente ciò di cui hanno bisogno”, aveva scritto Kara Murza nelle ore dopo l’omicidio di Navalny. E in un articolo rilanciato ieri sulla testata Exo, ancora Kara Murza ha scritto che se potesse votare il 17 marzo cancellerebbe “tutti e quattro i quadrati e scriverei Navalny sulla mia scheda”.

Kara Murza spera che molte persone lo facciano “inclusa mia figlia che compirà 18 anni all’inizio di marzo”. Così, “il nome che è vietato pronunciare sia durante la vita che dopo la morte, e di cui il vecchio usurpatore ha così superstiziosamente paura, potrà essere ascoltato ad alta voce in migliaia di seggi elettorali in tutto il nostro Paese”. L’oppositore dal carcere invita ad andare ai seggi e formare “code viventi di persone che hanno conservato la propria coscienza, cittadini liberi in un Paese non libero. Mostriamo quanti siamo. Dimostriamo che non abbiamo paura. E che nessun proiettile, nessun veleno o prigione potrà fermare il futuro”.

Da Strasburgo Yulia Navalnaya aveva elogiato proprio i cittadini russi che non credono a Putin e al suo feroce regime. “In questa lotta” per la libertà, la democrazia, i diritti, “abbiamo alleati affidabili: ci sono decine di milioni di russi che sono contro Putin, contro la guerra, contro il male che porta. Dobbiamo lavorare con loro”.

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