Un generatore per l’ospedale pediatrico di Odessa. “Così possiamo salvare molte vite umane”

È stato inaugurato questa mattina nella città portuale ucraina un generatore consegnato grazie alla carovana della pace StopTheWarNow. L’impianto ha una potenza di 200 kilowatt ed è stato acquistato grazie ad un contributo significativo dell’arcidiocesi di Bologna e del card. Matteo Maria Zuppi. Un pezzo d’Italia dunque da oggi batte nel cuore dell’Ucraina che a causa dei continui attacchi missilistici russi mirati alle infrastrutture civili essenziali del paese, rimane spesso senza elettricità mettendo in difficoltà estrema la popolazione e a rischio i servizi essenziali delle città

(Foto Sir)

“Con questo generatore possiamo salvare molte vite umane”, con queste parole Ludmila Burega, vice direttrice dell’ospedale pediatrico di Odessa, ha ringraziato la carovana della pace StopTheWarNow per il generatore che è stato inaugurato questa mattina nella città portuale ucraina.

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L’impianto ha una potenza di 200 kilowatt ed è stato acquistato grazie ad un contributo significativo dell’arcidiocesi di Bologna e del card. Matteo Maria Zuppi. La cerimonia si è svolta alla presenza dei partecipanti della carovana della pace #StopTheWarNow. Un pezzo d’Italia dunque da oggi batte nel cuore dell’Ucraina che a causa dei continui attacchi missilistici russi mirati alle infrastrutture civili essenziali del paese, rimane spesso senza elettricità mettendo in difficoltà estrema la popolazione e a rischio i servizi essenziali delle città.

Il personale dell’ospedale – struttura che non può essere né localizzata né fotografata perché obiettivo sensibile – racconta quanto siano stati difficili i primi mesi della guerra. Arrivavano qui in continuazione e da tutta la regione genitori con i piccoli feriti tra le loro braccia. Medici e infermieri non hanno mai lasciato l’ospedale in quel periodo. “Abbiamo finito tutte le lacrime, da allora non siamo più riusciti a piangere”, raccontano. La vice direttrice esprime a nome della direzione, del personale medico e infermieristico ma anche dei piccoli pazienti ricoverati “un ringraziamento enorme. Se manca la corrente non è possibile azionare i macchinari di rianimazione che tengono in vita i bambini nel reparto di rianimazione”.

Alla inaugurazione c’è anche padre Piotr Rosochacki, direttore della Caritas Spes Odessa. “Negli ultimi mesi – dice al Sir – diversi attacchi hanno preso di mira le strutture di rete energetica e gli impianti idrici lasciando per interi giorni i quartieri di Odessa senza luce e senza acqua tra cui anche le strutture sanitarie. In questo ospedale sono ricoverati bambini che necessitano di essere collegati ai macchinari per la rianimazione. Per questo come Caritas abbiamo chiesto espressamente un generatore. Siamo grati anche perché in questo ospedale vengono curati bambini di Kherson e Mykolaiv, città che si trovano a pochi chilometri dal fronte e spesso sotto la minacci degli attacchi missilistici russi”.

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“Grazie a voi per averci accolto”, ha detto Gianpiero Cofano, coordinatore della Rete Stopthewarnow. “Vi portiamo il saluto del card. Zuppi, presidente dei vescovi italiani, che quando ha saputo di questo bisogno, ha dato un contributo significativo per acquistare il generatore. Speriamo che questo piccolo aiuto serva anche a costruire un ponte di dialogo tra nazioni e popoli diverse. Sogniamo la pace. Vi siamo vicini”.

Secondo la piattaforma del governo ucraino “Children of the war”, dal 24 febbraio 2022, e cioè dall’inizio del conflitto, sono 466 i bambini rimasti vittime, 943 quelli feriti. Dal sito risultano anche 19.528 bambini “deportati”.

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A causa della guerra, anche l’accesso ai servizi di base è stato devastato. Secondo stime dell’Unicef, sono oltre 1.000 le strutture sanitarie danneggiate o distrutte da bombardamenti o attacchi aerei che hanno ucciso e causato ferite serie ai pazienti – compresi bambini – e al personale medico. Anche l’ospedale municipale di Odessa è diventato un obiettivo militare dei russi. Nonostante il peso delle minacce, ha continuato a lavorare come prima della guerra.

La carovana è arrivata tra ieri sera e questa mattina a Odessa. I 150 partecipanti hanno percorso 2.500 chilometri per arrivare dall’Italia, via Slovenia e Ungheria, a bordo di 30 furgoni carichi di 20 tonnellate di aiuti umanitari tra cui 20 generatori di corrente. Sempre questa mattina consegnati 5 generatori elettrici per le necessità dei centri di accoglienza dei sindacati ucraini alla presenza della delegazione della Cgil.

Sono ben 180, tra grandi e piccole, le associazioni promotrici e aderenti all’iniziativa. Le denominazioni sono le più varie: Pax Christi, Beati i Costruttori di Pace, Pro Civitate Cristiana, Un Ponte Per, Movimento dei Focolari Italia, la S. Vincenzo de’ Paoli, solo per citarne alcune. Dopo la consegna dei generatori la carovana raggiungerà la città di Mykolaiv.

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Durante l’intera giornata del 2 aprile vi saranno diverse attività: la delegazione della Cgil visiterà con i sindacati ucraini il porto di Odessa ed avrà incontri mirati sulla questione dell’export del grano. Altri volontari incontreranno gruppi locali e distribuiranno aiuti a Mykolaïv e nei villaggi vicini. Il programma prevede anche un concerto “informale” di musica italiana in piazza, una messa in una parrocchia della città, un momento di condivisione con le persone accolte nel rifugio nel centro Youth of Ukraine e Centro pentecostale. Il 3 aprile la carovana ripartirà da Mykolaïv con direzione Italia e con rientro previsto nella notte tra il 4 e 5 aprile.

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